Zumtobel. La luce.
Informazione sul progetto: |
Militärhistorisches Museum Dresden (Museo della storia militare di Dresda) |
Committente: |
Staatsbetrieb Sächs. Immobilien- und Baumanagement, Dresda/D |
Architetto: | Studio Daniel Libeskind AG, Zurigo/CH |
Progetto illuminotecnico: | DELUX AG, Zurigo/CH |
Progetto elettrotecnico: |
IPRO Dresden, Dresden/D; INNIUS GTD Dresda/D |
Installazioni elettrotecniche: |
Dresden West, Dresda/D; FAE Elektrotechnik GmbH & Co.KG, Heidenau/D |
Soluzione illuminotecnica: |
Zumtobel |
Il nuovo apparecchio LED firmato da Billings Jackson Design convince per la sua linea molto ridotta. Si presenta infatti con sobrietà e conferisce al soffitto un aspetto riposante. Le file continue diventano perfettamente ininterrotte, senza alcun punto di giunzione in vista.
In fatto di installazione, la fila continua LED risulta più pratica che mai: se fino ad ora c’era da montare sul binario l’unità, il riflettore e la lampada, ora invece Zumtobel fornisce una soluzione „all-in-one“: per Tecton LED serve solo montare l’unità sul binario e l’installazione è già conclusa. Per le opzioni individuali sono disponibili modelli di due lunghezze, una versione con EVG e una dimmerabile.
Zumtobel. La Luce.
Sono stati installati 545 apparecchi Zumtobel della linea Valuea, che non solo hanno quasi dimezzato i consumi ma anche migliorato sensibilmente la qualità della luce per i dipendenti. Gli apparecchi funzionano con le lampade fluorescenti più moderne e sono dotati di riflettori ad alta precisione. L’ottima qualità di luce è testimoniata dall’indice di resa cromatica superiore a 80 e dall’uniformità molto migliorata rispetto a quella della soluzione precedente. Il flusso luminoso è rimasto costante e non sono un problema nemmeno le temperature ambiente di 35°C. „Questi apparecchi ci hanno convinti soprattutto per la possibilità di avere diverse distribuzioni fotometriche, ed anche per la loro regolazione in gruppi. Valuea ci è parso in generale un prodotto d’alto livello, in possesso di ottimi requisiti tecnici e garante di un potenziale di risparmio particolarmente valido“, riferisce Markus Sand.
I responsabili hanno poi attribuito grande importanza ad un sistema di comando basato sulla luce diurna, voluto proprio per risparmiare energia il più possibile. Dal momento che il 90 per cento di consumo energetico si verifica nel ciclo di vita di un apparecchio, mentre cioè si trova in funzione, il potenziale più ingente sta proprio qui. Servirsi di un moderno sistema di gestione della luce rappresenta dunque il mezzo migliore per utilizzare gli apparecchi risparmiando energia. Non a caso, al momento di presentare i riflettori industriali Valuea, il loro funzionamento con moderni reattori compatibili con un sistema di gestione della luce ha riscontrato grande approvazione. Basta anche solo il semplice dimming per abbattere il consumo energetico del 30 per cento in confronto a un impianto non dimmerabile. Se poi si aggiunge il funzionamento basato sulla luce diurna, il potenziale di risparmio cresce ulteriormente. Un altro aspetto che il cliente ha trovato vantaggioso è la luce priva di sfarfallamenti sulle macchine rotanti. Rispetto agli apparecchi convenzionali azionati in tecnica a 50 Hz, le lampade fluorescenti funzionano a 22 KHz e di conseguenza impediscono l’effetto stroboscopico.
Il sistema di gestione Dimlite fornito da Zumtobel per questo progetto si mette in funzione con facilità in principio plug-and-play. Al modulo base si agganciano gli elementi aggiuntivi desiderati che si attivano con autosetup. In altre parole il cliente ha dovuto fare ben poca fatica per ottenere un ulteriore risparmio energetico. Senza alcun problema è stato impostato un comando che suddivide gli apparecchi per gruppi regolandoli individualmente secondo l’incidenza di luce diurna. Il risultato è che la luce artificiale viene dosata solo nella misura necessaria ad un livello di illuminamento a norma. L’illuminamento massimo di 300 Lux, obbligatorio nei capannoni industriali, rimane immutato e sempre garantito dagli apparecchi Valuea. Se necessario, si può pensare di integrare nel sistema di comando anche i segnalatori di presenza.
Il risultato lo sintetizza il Dr. Kai Wilke, amministratore delegato di Risse+Wilke, cogliendo nel segno: „La nuova illuminazione migliora la qualità dei posti di lavoro dei nostri dipendenti, tutela le risorse e alleggerisce il lavoro quotidiano. È una combinazione perfetta – anche perché ora con l’aiuto di questi comandi possiamo reagire flessibilmente ad ogni modifica in produzione o in magazzino.“
Informazioni sul progetto: | Risse + Wilke Kaltband GmbH & Co. |
Committente: | Risse + Wilke Kaltband GmbH & Co., Iserlohn/D |
Progetto elettrico: | Mark-E, Hagen/D |
Soluzione illuminotecnica: | Zumtobel » Riflettori industriali Valuea » gestione della luce Dimlitee |
Immagini: Pubblicazione gratuita citando Zumtobel
La concezione illuminotecnica è opera della Lichtvision GmbH in cooperazione con la Zumtobel. Il progettista illuminotecnico Karsten Ehling conferma di aver dovuto rivolgere un’attenzione particolare al trattamento dei preziosi oggetti esposti, spiegando anche che: „una progettazione illuminotecnica non vuol dire soltanto una bella idea. La concezione dev’essere tecnicamente realizzabile e si deve tenere conto anche della manutenzione dell’edificio. Nei musei, in particolare, si debbono considerare anche gli aspetti conservativi, ad esempio: quanta luce si deve proiettare su un quadro antico“. Sono proprio questi gli aspetti di cui hanno tenuto conto i progettisti illuminotecnici ed elettrici insieme con la Zumtobel nel realizzare la soluzione illuminotecnica poi adottata per tutto l’edificio.
I visitatori arrivano direttamente dall’area di accoglienza del museo alla sala delle sculture, sede di opere finemente lavorate. A fianco si apre il cortile interno, del tutto ristrutturato. Il cortile, precedentemente inutilizzato, è stato trasformato da Staab Architekten in un cortile a lucernario di rappresentanza, sopraelevato con un deposito a due piani. Il deposito, lungo 70 metri, largo 25 e alto 10, è sospeso come un enorme ponte sull’atrio del cortile interno senza sostegni, avente una superficie di 1.700 metri quadrati. In tal modo lo studio degli architetti guidati da Volker Staab ha creato, adottando una soluzione raffinata, una specie di „arca dell’arte“. „Abbiamo rivestito il lato inferiore del deposito con una coperta elastica semitrasparente capace di generare l’effetto ottico di un soffitto luminoso dimmerizzato“, spiega Volker Staab. In realtà passa dalle strisce di tetto esterno solo luce diurna filtrata. In più sono state installate delle file luminose Zumtobel che, in caso di necessità, possono aggiungersi al circuito tramite un sistema di gestione luce. Una sonda di misura della luce diurna, installata sul tetto dell’Albertinum, misura la luce diurna assorbita. Quando questa non basta per ottenere l’illuminamento desiderato, il sistema di gestione luce Luxmate Professional aggiunge automaticamente le file continue Tecton. In tal modo si ha la garanzia, ad esempio, che anche in caso di maltempo o d’inverno, nelle prime ore del mattino, il cortile a lucernario non perda in fascino e che la luce avvolga il nuovo ambiente in un’atmosfera mistica. Su tutta la lunghezza delle fasce soffitto, inoltre, si trovano dei faretti montati su due barre elettrificate trifase Arcos. Grazie al comando DALI sussiste la possibilità di indirizzare e controllare ciascun singolo faretto tramite il sistema di gestione luce Luxmate Professional. L‘illuminazione di accento focalizzata viene impiegata soprattutto quando si organizza un evento. In tal modo l’area, spesso molto vasta, può essere illuminata in base alle molteplici sfaccettature con un’ampia gamma di possibilità tecniche: dall’illuminazione di base uniforme ai coni di luce sfumati.
Girando per le sale del primo piano superiore il visitatore può ammirare vari oggetti d’arte, dall’antichità ai nostri giorni. Su tutto il piano la Zumtobel ha montato faretti Arcos montati su barre elettrificate Tecton. I faretti, coordinati tramite comando DALI, possono essere posizionati con esattezza estrema. „I faretti ci consentono la massima flessibilità, ad esempio quando dobbiamo spostare o staccare dei dipinti. La possibilità di orientare e controllare ogni singolo faretto ci permette di sentirci assolutamente liberi di allestire lo spazio come vogliamo“, spiega Michael John, direttore del reparto tecnico. Il binario a 11 poli utilizzato, inoltre, viene impiegato per la moderna illuminazione LED di sicurezza: grazie alla loro alta efficienza e alla distribuzione ideale della luce bastano pochi apparecchi compatti LED Resclite per illuminare le sale espositive in caso di emergenza. Essendo integrati nella barra Tecton, inoltre, gli apparecchi sono pressoché invisibili. Grazie all’esigua potenza di allacciamento (5 Watt) e alle lunghe durate (50.000 ore) il risparmio energetico per il museo si traduce direttamente in denaro contante.
Mentre le sale d’arte contemporanea sono in tonalità bianche e moderne, ma tranquille, la Klingersaal, bene culturale tutelato dallo stato, ricorda ancora l’allestimento originale. Colonne finemente decorate, pareti in un mistico rosso vino e bordure accuratamente dipinte riportano il visitatore all’epoca dei dipinti e delle sculture esposte. Dato che, per motivi di tutela dei beni culturali, non è possibile effettuare modifiche costruttive troppo ampie, questa è anche l’unica sala priva di impianto dell’aria condizionata. Ciò nonostante è stato possibile adattare l’illuminazione ed è proprio qui che i faretti Arcos hanno dimostrato la loro flessibilità. Nonostante la grande altezza dei soffitti i singoli oggetti esposti risaltano molto bene grazie alla luce molto focalizzata che permette di sottolineare adeguatamente anche le tonalità e i materiali più sottili. Per ottenere un’illuminazione estesa delle pareti sono stati usati per i wallwasher degli speciali accessori contenenti una lente speciale e un riflettore wallwasher. In corrispondenza di altri punti, invece, sono state impiegate alette di schermatura per ridurre in modo efficace e flessibile la luce diffusa all’esterno dell’oggetto illuminato. Nelle lampade QT 12 impiegate sono già integrati dei filtri per raggi infrarossi e/o ultravioletti per garantire un’illuminazione uniforme dell’intero museo secondo criteri di conservazione.
Arrivati al secondo piano il carattere dello spazio cambia nettamente. I dipinti qui esposti risalgono principalmente al 1945, arrivando via via ai nostri giorni. Artisti come C.D. Friedrich, Gerhard Richter o Georg Baselitz sono rappresentati in vari gabinetti. Mentre il primo piano superiore era caratterizzato da tre grandi sale espositive disposte lungo gli assi longitudinali e soltanto due depositi esposti al pubblico erano esposti nei lati frontali, il secondo piano è suddiviso in tanti piccoli gabinetti. In giro per la mostra il visitatore ha la sensazione di partecipare a un eccitante viaggio nel tempo attraverso la storia dell’arte. A differenza delle altre sale del museo, la concezione illuminotecnica prevede qui un soffitto a griglia retroilluminato indirettamente. Si crea in tal modo la sensazione che la luce diurna arrivi direttamente dal soffitto. L’immagine calma offerta dal soffitto, inoltre, ingrandisce otticamente le sale e conferisce ai dipinti un forte campo d’azione.
Nell’affrontare l’opera di risanamento, infine, non si è pensato soltanto alle situazioni tipiche di tutti i giorni. La luce deve garantire sicurezza e orientamento anche in casi eccezionali. Oltre agli apparecchi di sicurezza LED installati sono presenti pertanto anche apparecchi segnaletici di salvataggio. Nelle situazioni quotidiane gli apparecchi, molto slanciati, non attirano molto l’attenzione su di sé. L’elegante cornice in alluminio di soli 3 mm, il basso spessore di montaggio e la distanza di visione di 30 metri rendono evidenti le possibilità oggi offerte dalla tecnologia LED, facendo anche di una visita al museo un’esperienza da godersi in tutta calma e sicurezza.
informazioni progetto: |
Albertinum Dresda/D |
Committente: | Staatsbetrieb Sächsisches Immobilien- und Baumanagement, Dresda/D |
Architetto: | Staab Architekten, Berlino/D |
Progettazione illuminotecnica: | Lichtvision GmbH, Berlino/D |
Progettazione impianti elettrici: | DEIB GmbH Dresdner Elektro – Ing.-Büro, Dresda/D |
Installazione impianti elettrici: | Elektro Dresden West GmbH, Dresda/D |
Soluzione illuminotecnica: |
Zumtobel » Sistema faretti ARCOS, » sistema file continue TECTON, » apparecchio di sicurezza LED RESCLITE ESCAPE, » apparecchio segnaletico di salvataggio LED PURESIGN, » apparecchio a sospensione FREELINE, » sistema luce PERLUCE |
L’idea dell’opera ce la descrive Olafur Eliasson: “Your rainbow panorama dialoga con l’architettura su cui poggia esaltando ciò che esisteva da prima, e cioè la vista della città. Ho voluto creare uno spazio dove i confini fra esterno ed interno si fondono, dove si rimanga nel dubbio se ci si trovi in una parte del museo o in un’opera d’arte. Quest’incertezza mi preme perché stimola le persone a guardare e a pensare oltre i confini in cui ci si muove abitualmente.“
„Your rainbow panorama“ è l’ultimo pezzo che va a completare il museo d’arte ARoS finito di costruire nel 2004. La costruzione cubica di nove piani, con la sua facciata di vetro e il suo spazioso viale interno, sembra quasi predestinata a questo sculturale arcobaleno. La passerella circolare situata a 50 metri di altezza misura 52 metri di diametro e poggia su sottili colonne di tre metri e mezzo che sporgono dal tetto del museo. Una volta entrati nell’anello „Your rainbow panorama“, ai visitatori si apre una strepitosa vista panoramica attraverso le vetrate. Ogni singolo vetro colorato è un pezzo a se stante, prodotto con un’apposita curvatura. Il cerchio di vetro è l’unica struttura portante del tetto. Di giorno la luce solare attraversa i vetri facendo brillare l’intera installazione nei colori dell’arcobaleno. Al tramonto e di sera la luce diurna viene sostituita da 116 apparecchi speciali Zumtobel montati ad incasso.
Per ottenere lo stesso effetto della luce diurna era necessario che nessun apparecchio fosse visibile direttamente. Gli specialisti hanno risolto il problema con un’illuminazione indiretta di sviluppo speciale: allo scopo gli apparecchi con lampade T16 sono incassati nel pavimento lungo il perimetro interno della passerella, chiusi da una schermatura calpestabile. I riflettori e i materiali sono stati ottimizzati in modo tale che la luce emessa illumini in modo simmetrico tutta la superficie del soffitto. Quest’ultimo pertanto si trasforma in una sorgente luminosa virtuale che dall’esterno fa brillare i vetri colorati, mentre dall’interno si gode il panorama in modo indisturbato.
Il commento del Dr. Harald Sommerer, CEO del marchio Zumtobel: „I progetti di questo tipo ci danno la possibilità di mettere alla prova la nostra competenza in progetti professionali per arte e cultura. Ci fa grande piacere che la nostra concezione illuminotecnica sia in grado di valorizzare il percorso panoramico di Olafur Eliasson anche nelle ore serali, offrendo ai visitatori un’indimenticabile esperienza di luce e di architettura.“
Informazioni sul progetto: |
Your rainbow panorama, Aarhus/DK |
Committente: | ARoS Kunstmuseum, Aarhus/DK |
Architettura: | Studio Olafur Eliasson, Berlin/D |
Progetto elettrico: | NIRAS, Aarhus/DK |
Armature/statica: | Rohlfing, Stemwede/D |
Installazioni elettriche: | Risskov Installatoer Forretning A/S, Risskov/DK |
Installazione illuminotecnica: | Zumtobel Soluzione speciale: 116 apparecchi ad emissione indiretta con riflettori in tecnologia speciale (1/54 W) |
Pubblicazione gratuita citando © Ole Hein Pedersen
Wilfried Kramb, direttore del progetto di ag Licht, riassume: „In questa facciata il nostro scopo era mettere in scena una superficie talmente grande da far combaciare l’impressione che si riporta di giorno con quella della notte. Volevamo fare in modo che il nostro lighting design rispecchiasse la stratificazione della facciata e il gioco con i profili che si sovrappongono. Di qui è poi nata l’idea di proiettare la luce dai profili sullo strato posteriore. Un progetto che per noi ha rappresentato un’autentica sfida: quella di sviluppare idee innovative, tali da entusiasmare tutti.“
Il progetto testimonia in pieno il successo di Zumtobel nell’illuminazione delle facciate. Fra tutte le soluzioni realizzate finora, quella della Galleria Centercity è indubbiamente la più grande. Una pietra miliare nell’illuminazione di facciate multimediali.
„In Asia i centri commerciali non sono frequentati solo per il desiderio di consumo. Luoghi come la Galleria Centercity sono anche teatro di rapporti sociali“, riferisce Ben van Berkel, architetto del progetto e direttore dello studio olandese che proprio per questo motivo ha curato che gli ambienti fossero particolarmente amichevoli. Infatti l’offerta del centro commerciale spazia dalle mere possibilità di shopping ai molti punti d’incontro culturale.
„Per dar vita agli spazi era necessario concepire sia all’esterno che all’interno qualcosa di unico che attiri i visitatori, che li spinga a rimanere e a ritornare“, prosegue Ben van Berkel. La facciata multimediale interpreta alla perfezione quest’idea: morbide sequenze di luce e di colore animano l’edificio con affascinanti movimenti ondulati. Le animazioni, studiate al computer dall’UN Studio, sono integrate anche nel lighting design. Con i comandi DMX gli spot LED sono programmati uno per uno in modo da trasferire sulla superficie le animazioni fin nel minimo dettaglio. Il congiunto di tutti i LED fa nascere sulla facciata messaggi e immagini vive. I fluidi passaggi tra sequenze di immagini e di colori generano colpi d’occhio di totale magia. A dispetto delle sequenze fisse, adattate specificamente all’architettura, nessuna immagine sembra uguale all’altra, di modo che lo sguardo rimane catturato da una sorta di partitura luminosa che sembra non avere mai fine. Di giorno la costruzione cubica si presenta con un’architettura riflettente, non immediatamente intuibile, con un pizzico di aura mistica, mentre di notte si trasforma in un scintillante magnete cittadino in eterno mutamento.
La facciata ideata dagli architetti è una costruzione speciale di doppi profili di alluminio, montati verticalmente e sovrapposti in modo asimmetrico: quello che ne deriva è un effetto moiré. Lo strato lamellare posteriore è formato da pannelli di alluminio, quello anteriore invece da appositi profili di alluminio di sezione triangolare coperti da vetro temperato. Quest’ultimo dettaglio è di particolare rilevanza per l’effetto di luce: infatti gli spot LED RGB sviluppati da Zumtobel sono integrati per intero all’interno di questi profili della facciata esterna. Di qui la luce viene proiettata sulla facciata interna che a sua volta la riflette sulla superficie dell’edificio. Il risultato pertanto è una luce indiretta, totalmente schermata, che trasforma i punti luce LED, di per sé molto concentrati, in punti estensivi delle immagini. Zumtobel ha impiegato tre tipi di pixel che si differenziano attraverso le corrispondenti ottiche e gli effetti di luce che ne derivano: negli angoli dell’edificio viene usata una risoluzione minore, di 400 x 400 mm pixel, nei passaggi tra superfici diritte ed angoli una risoluzione media. La risoluzione più alta, di 800 x 800 mm pixel, è invece quella ideale per l’enorme dimensione delle superfici diritte. Gli apparecchi d’illuminazione installati sono 22.000; di questi 12.399 da 3,6 W in esecuzione RGB, gli altri 10.000 da 1,2 W in tonalità bianca. La concezione dei pixel a luce indiretta estensiva garantisce non solo luminanze armoniose ma anche una spiccata efficienza della superficie illuminata.
La Galleria Centercity rappresenta pertanto un esempio magistrale di come le facciate possano diventare elementi interattivi di un contesto urbano e di come gli spazi cittadini possano essere strutturati dalla luce. Tutto questo senza che la luce, indiretta e schermata, provochi alcun disturbo sulla limitrofa zona abitata.
Informazioni sul progetto: |
Galleria Contercity, Cheonan/KR |
Committent: | Hanwha Galleria, Cheonan/KR |
Architettura: | UNStudio Amsterdam/NL |
Architetti esecutori: | GANSAM Architects & Partners, Seoul/KR |
Progetto illuminotecnico facciata: | ag Licht, Bonn/D |
Installazione elettrica facciata: | B2, Seoul/KR |
Sequenze facciata (contenuti): | UNStudio, Amsterdam |
Impresa generale illuminazione facciata: | Hwangduck, Korea |
Soluzione illuminotecnica facciata: | Zumtobel Proiettori speciali LED RGB in protezione IP65 e spot LED bianchi |
Comandi DMX: | Lightlife, Berlin/D |
Pubblicazione gratuita citando: Galleria Centercity, 2011, UNStudio © Kim Yong-kwan
In questo modo è stato possibile ridurre il consumo energetico del 50 %, il consumo di acqua di oltre il 70 % e le emissioni di CO2 di quasi il 90 %. Nel valido concetto estetico dell’architetto Mario Bellini il motto “meno è meglio” illustra anche la limitazione a materiali di qualità: i pavimenti in pietra naturale, il ferro nero cerato per allestimenti che creano spazio, lo stucco encausto per le pareti, e il vetro satinato con retroilluminazione LED sono sinonimi di franchezza e sostenibilità.
L’atrio ristrutturato permette di vivere la simbologia che le torri doppie hanno non solo per la Deutsche Bank ma anche per la città di Francoforte e per la piazza finanziaria tedesca. A tale scopo, il piano di basamento è stato aperto ed entrambe le torri sono state condotte fino al suolo. Un lucernaio di 18 metri di diametro offre una vista sul profilo di queste, inondando il locale di luce naturale. Concepita come area esterna, l’estensione della facciata della torre è costituita da elementi a sandwich in vetro con struttura alveolare in alluminio ed è retroilluminata a LED di colore bianco luce diurna. In questo modo l’entrata acquista altezza, trasparenza e luminosità. Questa impressione è rafforzata dal portone d’accesso che è realizzato come una vetrina e che funge da unione con l’ambiente urbano circostante.
L’intera area del basamento è accessibile al pubblico. Lì si trovano tra l’altro la nuova filiale bancaria nonché un’area per un ristorante pubblico con terrazza orientata verso la vecchia opera. Questa zona è stata utilizzata in occasione della riapertura delle torri, soprattutto da parte di artisti internazionali per il programma “Globe. For Frankfurt and the World” e per film, video, musiche e discussioni attraenti.
Mario Bellini considera la “sfera”, accentuata grazie ad una luce mirata, come il punto centrale virtuale dell’edificio. Per gli architetti la scultura sferica in strisce d’acciaio non trattate, che fluttua nello spazio aereo dell’atrio, riflette il passato, il presente e il futuro di un’organizzazione stabile e affidabile caratterizzata dalla dinamica del cambiamento. La “sfera” viene introdotta tra le torri da due ponti di collegamento retroilluminati. Ma, poiché attribuita all’ambiente esterno, si annuncia qui una luce bianco neutrale che si differenzia dall’impressione più fredda della facciata. L’ambizione di riprendere all’interno l’ambiente urbano circostante mediante diversi colori di luce si estende con costanza per tutto il complesso edile. La luce, con l’esatto mix di illuminazione diurna e artificiale, è qui un essenziale strumento organizzativo.
Ciò è dimostrato anche dalla straordinaria soluzione illuminotecnica nei piani dell’ufficio. Ai dipendenti della Deutsche Bank viene offerto un ambiente moderno con uffici ampi o con uffici a zona separati da pareti in vetro, completato da una business lounge, da una sala riunioni, da think tank, da punti di assistenza e da una stanza per il personale. L’apparecchio a spada sviluppata da Zumtobel appositamente per il progetto offre, in combinazione con l’intelligente tecnologia dell’edificio, il suo contributo ai fini del risparmio energetico dell’edificio. Per via del nuovo concetto energetico e di climatizzazione sono state eliminate le condotte dell’aria sopra le zone di lavoro, cosicché è stato possibile portare l’altezza dei locali da 2,65 a 3,00 metri. L’impianto di immissione e scarico dell’aria, che integra i soffitti di riscaldamento e di raffreddamento, è alloggiato nei vani del soffitto, i quali procedendo parallelamente a facciate
e corridoi riducono l’altezza a 2,65 metri.
Gli apparecchi illuminanti a spada sono fissate ai vani del soffitto nello schema ad assi dell’edificio e, in considerazione della complessa pianta dagli insoliti rapporti spaziali, offrono dei vantaggi rispetto ad una soluzione convenzionale, per esempio con apparecchi a stelo a irraggiamento indiretto/diretto oppure semplici apparecchi sospesi. Sono così nati dei piani dalla chiara struttura che soddisfano l’ambizione di un’omogenea impressione spaziale e che permettono un ammobiliamento flessibile. Ma l’apparecchio a spada punta anche su aspetti energetici: utilizza una lampada fluorescente T16 da 35 W e raggiunge un rendimento d’esercizio dell’82%. Perché durante i processi di certificazione che accompagnano la pianificazione vengono valutati i consumi specifici del sito. E come spiega Wilfried Kramb, progettista illuminotecnico presso a•g Licht a Bonn, ogni Watt risparmiato negli uffici amplia la libertà d’azione, per esempio nelle sale per conferenze dove è richiesta un’ottimizzata soluzione illuminotecnica con più sorgenti luminose. Con circa 8 W/m2 – 9 W/m2, insieme agli apparecchi da tavolo attivabili separatamente, l’apparecchio a spada sta ben al di sotto della soglia di 11 W/m2 necessaria per la certificazione LEED. Ma non solamente la potenza allacciata è minimizzata, bensì anche il consumo energetico. Perché il controllo a zone della luce, completato con sensori a luce diurna e rilevatori di presenza, garantisce un’illuminazione degli edifici adeguata ai fabbisogni.
Inoltre, l’apparecchio a spada assume una funzione modello in fatto di qualità della luce. Grazie all’elevata limitazione dell’abbagliamento, l’ottica con struttura a micro-piramidi MPO+ offre delle buone condizioni ergonomiche presso le postazioni di lavoro con monitor, indipendentemente dal loro orientamento. La luce viene diretta prevalentemente verso il basso, ma in parte anche verso l’alto al fine di illuminare il soffitto. In questo modo si ottiene una luminosità di 300 lx definita come la luminosità ambiente per superfici adibite ad uffici. Grazie all’integrazione con lampade da tavolo, sulla superficie utile sono presenti i 500 lx richiesti dalla DIN EN 12464. L’apparecchio a spada mostra il proprio fascino anche nella versione sospesa. Le lampade flourescenti poste su ambo i lati indirizzano la luce attraverso i prismi a forma di spada incorniciati in un profilato portante illuminando le postazioni di lavoro nella loro totalità.
Queste straordinarie soluzioni illuminotecniche rientravano nel programma di risanamento della sede centrale della banca. Ciò vale anche per le sale riunioni nei locali del consiglio di amministrazione. Dei controsoffitti a vela, adeguati formalmente ai tavoli da conferenza e alle geometrie spaziali, acquisiscono un proprio carattere grazie ai canali luminosi Slotlight II integrati nel caos ordinato. Una sfida è rappresentata dai giunti senza fughe agli incroci. Insieme all’opalina copertura in PMMA, i LED da 1,2 W, con temperatura cromatica da 3.000 K e con ampio angolo di irradiazione, assicurano un aspetto omogeneo. La dotazione LED e il rendimento d’esercizio del 73 % sono inoltre esemplari in fatto di efficienza energetica e di criteri LEED. Del tutto speciale è l’ampia sala conferenze al 35esimo piano della torre A: la struttura della parte centrale di soffitto in pannelli d’acciaio con funzioni di riscaldamento, di raffreddamento e di acustica ricorda un “lago ghiacciato”. Dei profilati luminosi, disposti apparentemente in maniera irregolare e poggianti sul sistema a canali Logic-S, offrono una piacevole illuminazione dalla funzionalità ottimale.
Informazioni di projetto: |
Deutsche Bank AG, Frankfurt am Main/D |
Committente: | Deutsche Bank AG, Frankfurt am Main/D |
Architetto design: | Mario Bellini Architects, Milano/I |
Studio di architetti esecutivo: | gmp Architekten von Gerkan, Marg und Partner, Amburgo/D |
Progettista illuminotecnico: |
ag Licht - Gesellschaft von Ingenieuren für Lichtplanung, Bonn/D |
Soluzione illuminotecnica: |
Zumtobel |
La combinazione di tecnologia e design ha trovato una particolare espressività nell’apparecchio lyon: in un movimento fluido, corpo e tecnica, design e funzionalità giungono ad un’unione affascinante. La particolare costruzione del corpo in alluminio pressofuso permette un raffreddamento del tutto passivo dei moduli LED, garantendo così una lunga durata. La tecnologia LED integrata nel corpo del faretto convince per il rendimento della lampada fino a 65 lm/W. Tuttavia, lyon non mostra all’esterno la sua ampia funzionalità: la superficie opaca color nero o bianco e il morbido linguaggio delle forme rendono possibile un’integrazione armonica in ogni ambiente architettonico, conferendo alla luce un’insospettata capacità di trasformazione.
Il faretto è stato sviluppato dallo studio di architetti Delugan Meissl Associated Architects di Vienna. Gli architetti concepiscono un edificio o un oggetto sempre come la combinazione dei fattori più disparati. L’esigenza è quella di prendere parte ogni volta a qualcosa di nuovo, a qualcosa che non esiste ancora sul mercato in quella forma. Durante lo sviluppo di lyon è nata quindi l’idea di riprodurre la sensualità della luce in un fluente linguaggio delle forme, nonché di creare un’estetica fisiologica gradita a tutti i sensi dell’uomo.
Secondo Lei dove stanno le sfide nel caso di progetti illuminotecnici destinati ad aree di vendita?
Roman Delugan: La costante mutazione delle condizioni di vita ha creato un’idea estesa del nostro comportamento consumistico. L’acquisto viene percepito come componente naturale della nostra vita quotidiana, e i negozi si sono trasformati in “terze case”. Nell’organizzazione di questi, la sensualità e l’atmosfera acquistano sempre più importanza. Questa esigenza deve essere soddisfatta sia a livello architettonico che illuminotecnico.
In che modo la serie di faretti lyon si pone di fronte a queste necessità?
Christian Schrepfer: Il faretto dispone di numerose possibilità di regolazione, dalla luminosità e dalla dinamica della temperatura cromatica fino a diversi flussi luminosi. Gli aspetti sensuali della luce si riflettono nel corpo del faretto lyon.
Qual è l’ambizione del design di lyon?
Roman Delugan: Le aree di vendita sono paragonabili a uno scenario mutevole, e questa esigenza è al centro delle nostre riflessioni. Il prodotto soddisfa questa necessità grazie alla sua capacità di adattamento e alla sua formale discrezione, e si distingue per la sua massima versatilità. La sagomatura, le proprietà della superficie e l’illuminotecnica funzionale sono state inoltre scelte con omogeneità. Il colore neutrale del prodotto, nero scuro o bianco, facilita l’ottimale integrazione dell’oggetto nei locali focalizzandosi sull’efficacia della luce.
Christian Schrepfer: Nel caso di lyon abbiamo riunito il complesso pacchetto tecnologico con il corpo di un classico riflettore. Dalla fusione di questi due componenti è nato un gioco armonico dato dall’oggetto e dal mezzo luce.
Tradizione e innovazione: Lei dove posiziona lyon tra questi due parametri opposti?
Roman Delugan: In ogni progetto l’innovazione costituisce la centrale idea dominate del nostro lavoro. Ciononostante, la tradizione non rappresenta alcuna componente negativa, poiché talvolta è il punto di partenza della creazione. Il design di prodotto implica tanto la tradizione quanto l’innovazione.
Christian Schrepfer: Per quanto riguarda lyon, si tratta di una buona idea perché i due parametri sono visti come fusi insieme. Per la tradizione parlano l’ultramoderna e brevettata lente con camera di miscelazione, che segue le leggi naturali della luce e che con precisione orienta la luce sull’oggetto attraverso fessure sul riflettore. Per l’innovazione vi è invece la piastrina LED che è costruita in maniera modulare e che si presta al rapido sviluppo tecnologico. In questo modo le due componenti, la forte innovazione della lampada nonché il sistema ottico che segue le leggi della natura, sono combinate tra loro.
Osservando il design di prodotto di ieri e quello di oggi cosa è cambiato fondamentalmente?
Christian Schrepfer: Poiché oggi intere realtà di prodotti sembrano dissolversi nel mondo digitale, è molto importante creare prodotti di qualità. Ovvero prodotti con particolari proprietà fisiche e palpabili, come nel caso di lyon. La superficie e la forma generano qui un oggetto che si discosta intenzionalmente da altri prodotti.
Secondo Lei nei prossimi anni cosa cambierà nel settore dell’illuminazione di aree di vendita? Ha una visione?
Roman Delugan: Comprare su Internet assume maggiore importanza per via dell’uso sempre più facile delle relative piattaforme. Forse presto sarà possibile immergersi in spazi tridimensionali. Tuttavia, i mondi virtuali non possono sostituire la percettibilità degli ambienti fisici di reali locali di vendita. Le nuove tecnologie LED o la dinamica della temperatura cromatica offrono possibilità estremamente individuali per la presentazione di prodotti, le quali sono adattabili alle stagioni e alle ore. lyon permette questo impiego all’interno di un faretto. Tali impressioni non possono essere offerti da Internet o dal monitor. In questo modo chiudo il cerchio che avevo aperto con la mia prima dichiarazione: il negozio come “mia terza abitazione” dove mi sento a casa, e dove gli ambienti, le atmosfere e la sensualità rappresentano gli elementi centrali della percezione fisiologica.
Progetto
Delugan Meissl Associated Architects è uno studio di architetti attivo a livello internazionale con sede a Vienna. Fondato nel 1993 con il nome Delugan Meissl ZT GmbH da parte di Elke Delugan-Meissl e Roman Delugan, nel 2004 è stato rinominato Delugan Meissl Associated Architects (DMAA). Altri partner dello studio sono i pluriennali collaboratori Dietmar Feistel e Martin Josst. I primi successi sono giunti negli anni Novanta nel settore dell‘edilizia abitativa. Tra i progetti più noti si conta anche il Porsche Museum di Stoccarda. Lo studio è inoltre attivo nei settori dell’urbanistica, del design interno e del design di prodotti.
» Alla famiglia di prodotti IYON
Immagini: Pubblicazione gratuita citando Zumtobel
Madame Decq, il Suo studio di architetti si trova nel quartiere Marais nel centro di Parigi. Questo ambiente storico rappresenta una fonte di ispirazione per Lei?
Odile Decq: Sono 30 anni che vivo e lavoro a Parigi. Per me è molto importante stare in pieno centro città. Ai miei occhi, l’ambiente storico in sé non ha alcuna rilevanza; è per lo più una questione di posizione. Qui in centro tutto è vicino e noi siamo collegati al meglio in fatto di mezzi di trasporto e di spostamenti in città. Ho scoperto i nostri attuali locali 18 anni fa. Una volta qui c’era un’officina per tubi in rame; nel XVIII e XIX secolo in quest’area erano presenti molti di questi stabilimenti. Oggi questi vengono utilizzati da studi di architetti, per questo ve ne sono molti nel quartiere di Marais.
Nei dintorni c’è qualcosa di simile a un modello personale di architettura storica?
Odile Decq: Per me il Centro Pompidou fa già parte della storia. Studiavo ancora architettura quando è stato costruito oltre 30 anni fa. Ricordo bene che quella nuova costruzione cambiava sostanzialmente la nostra idea sull’architettura moderna. Faceva veramente notare il confine tra storia e tradizione da un lato e un nuovo inizio dall’altro. Per la società il Centro Pompidou è stato sicuramente un grande shock, una specie di sensazionale colpo di tamburo che metteva in mostra delle insospettate e nuove possibilità per lo spazio urbano.
I Suoi progetti sono noti per una significativa estetica contemporanea. Quale significato si addice al tempo stesso ai parametri della continuità e del contrasto?
Odile Decq: La continuità tratta la questione su come gli edifici siano inseriti in un determinato contesto. Ciò significa che essi sono stati progettati solo per un determinato luogo e non possono essere trasferiti o semplicemente costruiti altrove. Per esempio, il museo Macro di Roma interpreta la continuità con la città in maniera contemporanea. La città entra all’interno dell’edificio estendendosi nell’atrio e sulla terrazza. Le strutture dell’edificio permettono quindi continuità, organizzando tuttavia i locali in modo nuovo, ovvero contemporaneo. Secondo me la continuità è anche in relazione con il corpo umano e con i modelli di movimento di questo. Non è una categoria di formale linguaggio architettonico, bensì riguarda l’organizzazione di spazi e parti d’edificio. Per contro, il contrasto concerne la questione su come qualcosa di contemporaneo venga sviluppato in un contesto storico. Le costruzioni nuove inserite nel patrimonio esistente contrastano sempre, non importa dove esse si trovino.
Quando gli edifici giungono ad un dialogo con il contesto urbano, dove stanno le qualità che l’architettura contemporanea deve offrire?
Odile Decq: Non possiamo dare una risposta generale, perché il dialogo dipende sempre dal contesto preesistente dell’area edificabile. Per questo durante le fasi di concepimento cerco di capire cosa rappresenta la città, chi vi ha vissuto, come essa si è sviluppata e come posso continuare questo sviluppo in una maniera nuova. La sfida sta nell’aprire nuove strade che conducono al futuro.
Quindi l’analisi fa parte del Suo metodo di concepimento?
Odile Decq: Certo. Io analizzo molto. Lo scopo è quello di sviluppare un programma e un modello per edifici nuovi. Qui, la questione della forma e dell’aspetto non sta in primo piano. Prima di tutto è necessario sondare le strutture di un luogo.
Secondo Lei il riferimento al passato è importante al fine di costruire le future città?
Odile Decq: Assolutamente! Non esiste alcuna frattura tra il passato e il futuro. Entrambi sono uniti tra loro in una corrente continua.
Le ristrutturazioni, gli ampliamenti e i risanamenti stanno diventando sempre più importanti in architettura. Cosa considera di questo nuovo settore?
Odile Decq: Grazie al museo Macro di Roma ho fatto diverse esperienze in questo settore. L’ex edificio della birreria risaliva al XX secolo, quindi non è veramente vecchio per una città come Roma. Ciononostante abbiamo dovuto conservare la facciata. Abbiamo mantenuto il muro esterno come uno schermo e dietro vi abbiamo eretto un nuovo edificio. Non lo ritenevo sensato. In Francia esiste addirittura un termine per questo metodo, noi lo chiamiamo “Fassadisme”. Tuttavia non bisognava agitarsi su questo punto. Oggigiorno molte persone hanno paura dell’architettura contemporanea e al posto di questa preferiscono mantenere il vecchio.
In Francia c’è stato il fenomeno dell’avanguardia. Lei crede che anche oggi le idee avanguardiste in architettura abbiano ancora una chance?
Odile Decq: L’avanguardia è un movimento storico. Oggi in Francia non viene più sicuramente realizzata alcuna architettura avanguardista. Forse vi è stata una fase negli anni Settanta e più tardi l’era dei “Grands projets” che per lo meno hanno portato una fresca ventata nell’architettura. Ma ciò non era veramente d’avanguardia. Penso che oggi non ci sia più alcuna avanguardia, perché gli architetti sono troppo vicini al potere.
Da dove prende le Sue idee?
Odile Decq: Per me in architettura si tratta di riflettere sul futuro, di sognare, di esplorare le strade del vivere di domani e di costruire case per il futuro. Ciò può non essere accettato oggi, ma si mostrerà nel mondo di domani.
Quale ruolo giocano le innovazioni tecniche per il Suo lavoro?
Odile Decq: È molto importante scoprire nuovi strumenti con i quali possiamo creare nuovi edifici e migliorare l’edilizia stessa. A volte non è semplice persuadere sulle innovazioni i committenti, i costruttori e le autorità di controllo. Ma è fantastico quando alla fine si riesce.
L’architettura viene proclamata sempre di più come disciplina guida dei nostri tempi. Condivide questo punto di vista?
Odile Decq: Sicuramente! Essere architetto è un mestiere nel quale bisogna pensare in anticipo e restare fedele ad un’idea per lunghi periodi. Gli architetti devono pensare al domani, essere curiosi sul mondo al di là del nostro odierno orizzonte e scoprire come la società si svilupperà. Un architetto non costruisce mai per l’oggi, bensì per il domani. Per questo motivo l’architettura è una delle poche discipline che può contribuire a creare il mondo di domani.
Immagini: Pubblicazione gratuita citando Zumtobel
La collaborazione con rinomati artisti, il confronto tra luce, arte e architettura è sempre stato di fondamentale importanza per Zumtobel: dai progetti internazionali con architetti, artisti e lighting designer nascono innumerevoli impulsi all’innovazione. È il caso del Mobile Art Pavilion, un’esperienza del tutto nuova nell’interagire fra luce, architettura e arte.
Mobile Art è un padiglione d’arte che l’architetto premio Pritzker Zaha Hadid ha progettato nel 2007 per la maison CHANEL. Negli scorsi anni questa struttura organica a forma di guscio ha stazionato a Hongkong, Tokio e New York. Ora CHANEL l’ha donata all’Institut du Monde Arabe, che in futuro la sfrutterà per esposizioni di artisti contemporanei del mondo arabo.
L’attuale mostra inaugurativa è dedicata alla stessa autrice del Mobile Art e presenta i suoi progetti. Il visitatore si trova quindi letteralmente avvolto nel repertorio formale e concettuale di Zaha Hadid: il Mobile Art Pavilion traduce tutto ciò che è mentale e fisico in un’esperienza dei sensi. L’architettura si rivela attraverso mezzi differenti, con sequenze di spazi che generano un’unicità sorprendente.
L’idea dell’arte mobile è così commentata da Zaha Hadid: „ Credo che la nostra architettura sia capace di offrire alle persone la prospettiva di un mondo alternativo, da cui lasciarsi entusiasmare. È intuitiva, radicale, internazionale e dinamica. Il nostro impegno sta nel mettere a punto opere in grado di regalare esperienze originali, insolite ed uniche, capaci di trasmettere sensazioni simili a quelle che si provano nel conoscere un nuovo paese. Sono questi i principi che hanno ispirato il Mobile Art Pavilion.“
Il linguaggio formale di Zaha Hadid si caratterizza per il suo modo di realizzare forme sensoriali con una logica coerente. E infatti il Mobile Art Pavilion simboleggia una nuova concezione del costruire. „Si tratta di un linguaggio architettonico fatto di fluidità e natura – spiega l’autrice del progetto – ottenuto grazie a strumenti digitali che ci hanno consentito di realizzare un padiglione dalle forme organiche, in luogo del mero ordine ripetitivo che contraddistingue l’architettura industriale del XX secolo“.
La fluidità del Mobile Art Pavilion, unica nel suo genere, si estende dal guscio esterno ad ogni dettaglio interno, dove crea una suddivisione a spirale che in architettura viene chiamata “toro”. „Zaha Hadid, une architecture“ presenta una serie di progetti e ricerche cui si è dedicato negli ultimi anni lo studio Zaha Hadid Architects. Allo scopo si fa ricorso a vari strumenti, come modelli architettonici, proiezioni o „silver paintings“, tutto accompagnato da un’illuminazione appositamente studiata. L’insieme di architettura, arte e luce genera una scenografia viva e dà al visitatore la possibilità di recepire l’architettura di Zaha Hadid sia attraverso le opere esposte che attraverso le forme stesse del Mobile Art.
„L’illuminazione interna di una struttura tanto originale come il Mobile Art era per noi un’opportunità unica di dimostrare l’enorme capacità di influenza che esercita la luce“, spiega Burkhard Ehnes, direttore del progetto Zumtobel. Attraversando le sale espositive si è aiutati nell’orientamento da una luce fortemente focalizzata che guida l’attenzione e genera effetti emotivi tangibili, trasmessi all’architettura, alle opere esposte e ai visitatori. Questa composizione drammaturgica è resa possibile dalla moderna tecnologia LED. Zumtobel ha scelto faretti LED Arcos che guidati da comandi DALI variano la tonalità della luce da 2.700 a 6.500 Kelvin senza soluzione di continuità. Gli oggetti esposti ne ricavano un’illuminazione d’accento molto differenziata – ancor più incisiva con l’ausilio degli spot LED Supersystem. La concezione illuminotecnica, fatta di singoli punti luce meticolosamente studiati, riesce a mettere in risalto la struttura architettonica del Mobile Art. Lo stesso vale per il tipo di montaggio degli apparecchi: sia i soffitti che i pavimenti sono uno snodarsi di curve che racchiudono piccole superfici di tessuto elastico. L’insieme forma una rete tridimensionale composta da due materiali: un’intelaiatura nera, fatta di binari in CNC fresato e verniciato a polvere, più membrane tessili bianche. Gli apparecchi d’illuminazione sono fissati nei binari neri, in modo da seguire perfettamente le geometrie dell’ambiente. La luce così disposta diventa elemento strutturale del Mobile Art e accompagna il visitatore in un seducente dialogo tra forme, logica, sensualità ed emozioni.
Immagini : Pubblicazione gratuita citando: 1 – 4 Francois Lacour
Mentre nel loro museo del vetro a Toledo rafforzano con costanza il tema del corpo in vetro completamente smaterializzato e nel museo d’arte di Kanazawa studiano il concetto degli spazi circolari dentro un padiglione bianco e rettangolare, Kazuyo Sejima e Ruye Nishizawa riuniscono nel loro nuovo edificio a Losanna questi due principi di costruzione introducendo un ulteriore elemento decisivo, ovvero la topografia movimentata di pavimenti e soffitti. Il risultato non è solamente una tipologia d’edificio mai esistita fino ad ora, ma anche un affascinate e vivace paesaggio costituito da stretti passaggi e ampie aperture, da locali alti e spazi bassi, da luoghi di scambio e comunicazione ma anche di ritiro, tranquillità e concentrazione. “Se si osserva il soffitto arcuato, è possibile notare che le superfici sono completamente indisturbate. Abbiamo tenuto lontano tutte le installazioni al fine di mantenere questa continua impressione. Le singole aree funzionali sono ripartite non mediante muri divisori, bensì attraverso differenti ambienti luminosi. Inoltre, il soffitto non cambia solamente con la luce diurna, ma anche la luce artificiale si ritira nei locali, proprio come se essa uscisse fuori da faretti a muro, da lampade da tavolo e a stelo o da lampade sospese.” dichiara Kazuyo Sejima. Durante il suo primo giro nell’edificio completato, evidentemente Sejima è rimasto impressionato dalla perseverante attuazione della sua idea di architettura minimalista, nella quale nessun dettaglio costruttivo figura in primo piano, nessuna necessità tecnica disturba l’impressione globale.
Le esigenze in fatto di struttura portante, facciata e allestimento interno dovute alla complessità della geometria hanno dato vita a qualcosa di tutt’altro che ovvia. L’aspetto dei locali eguaglia l’eleganza di un pattinatore su ghiaccio che seduce per l’armonia dei movimenti e che durante l‘esibizione fa dimenticare le fatiche del duro allenamento. Così, il pesante carico della costruzione in acciaio del tetto è ripartito su pochi e delicati supporti circolari; una gran parte di esso grava sulle colonne a facciata dei cortili che a seconda delle necessità sono realizzate come snelli profilati a T o come profilati cavi. Sui supporti e sulle colonne delle facciate sono fissati apparecchi d‘illuminazione appositamente concepiti e anch’essi completamente in bianco, che in qualità di cilindri astratti si assoggettano all’architettura e ciononostante contribuiscono in maniera notevole ad un’atmosfera dalla riservatezza raffinata. Come per la facciata e la struttura portante, gli architetti hanno stabilito fin nei minimi dettagli l‘aspetto unitario e semplice. Al fine di poter ricoprire le atmosfere luminose di volta in volta diverse utilizzando un unico elemento costruttivo, le lampade sono state montate come singoli apparecchi oppure a gruppi di due o tre. Il sostegno orientabile permette differenti angoli rispetto al soffitto a riflessione diffusa. Eppure anche la performance tecnica e la vita interna sono adattate singolarmente alle situazioni di turno: in molti dei 282 apparecchi speciali appositamente sviluppati per l‘EPFL Rolex Learning Center, oltre ad una lampada ad alogenuri metallici HIT da 35 Watt con speciale sistema di riflessione IOS, è montata in via supplementare una lampada alogena da 100 Watt avente la funzione di luce d’emergenza. Inoltre, nell’atrio e alla reception, apparecchi LED incassati a soffitto e delle eleganti linee luminose forniscono una luce funzionale e producono degli accenti organizzativi. Negli uffici realizzati come tonde celle spaziali, delle minimaliste lampade a stelo creano una piacevole atmosfera di lavoro nel caso in cui l’abbondante luce diurna non fosse sufficiente. La particolare attenzione degli architetti si è rivolta ad un’illuminazione uniformemente chiara e al contempo anabbagliante nelle postazioni di lettura della biblioteca. Grazie alle lampade sospese filigranate il soffitto sorvola indisturbato come un cielo bianco anche sopra i tavoli di lettura e, attraverso un‘ottica con struttura a micro-piramidi, orienta la luce in modo mirato sulle superfici dei tavoli senza condizionare l‘atmosfera dell’illuminazione di base.
Ma l‘EPFL Rolex Learning Center dispiega il suo massimo splendore poco prima del tramonto: quando avviene la sovrapposizione dei riflessi del sole sullo sfondo e del blu scuro del cielo con i locali bianchissimi i quali fuoriescono in modo sempre più evidente, per un magico momento questa ineguagliabile costruzione si trasforma in una straordinaria scultura di spazio e luce.
Il 17 maggio 2010, per la sua intera opera lo studio di architetti SANAA ha ricevuto l’ambito Premio Pritzker per l’architettura.
Informazioni di projetto:
Committente: | Losinger Construction SA, Bussigny/CH |
Architettura: | SANAA, Tokio/J |
Progettazione impianto elettrico: | Scherler SA, Le Mont/Losanna/CH |
Installazione elettrica: | ETF, Bulle/CH |
Soluzione illuminotecnica: | Zumtobel Apparecchi speciali, » apparecchi ad incasso SLOTLIGHT II, » faretti LED CRAYON, » apparecchi a stelo MINIUM LITE, » apparecchi sospese FREELINE |
Immagini: Pubblicazione gratuita citando Zumtobel
• Interviste
Rispondendo al titolo della rivista „Di quanta tradizione ha bisogno il futuro?“, l’architetto Odile Decq ci racconta in dettaglio il suo modo di vedere il legame fra tradizione e modernità nell’architettura. Roman Delugan e Christian Schrepfer, dello studio Delugan Meissl Associated Architects, prendono spunto dal faretto IYON per spiegare i mutamenti nel design dei prodotti e le nuove sfide nell’illuminazione dei negozi.
• Prodotti highlight
Il Museo Übersee è uno dei più visitati di tutta la Germania. Riunisce collezioni di scienze naturali ma anche di etnologia o merceologia. „Vivere ciò che muove il mondo“ è il motto della nuova esposizione permanente che occupa un intero piano del museo, 1.200 metri quadrati in totale. I visitatori la possono attraversare seguendo sette percorsi che li portano a scoprire fenomeni globali e relativi legami. Vi si trattano temi come comunicazione, economia mondiale, mutamento climatico, identità sessuale, migrazione, tempo, diritti umani. La mostra è resa vivace dall’alternarsi di foto e immagini, suggestive opere e modelli realistici. Numerosi punti interattivi invitano a esplorare, a entrare di prima persona nel contesto globale scoprendo i punti di vista culturali.
Allo scopo di rendere tangibili i sette temi esaminati, l’agenzia MUSEUMSREIF! ha progettato una scenografia scrupolosamente studiata per dare emozione all’apprendimento. „Quello che cerchiamo di fare è tradurre temi espositivi in spazi scenografici“, spiegano i responsabili di quest’agenzia specializzata in concezioni innovative per musei, mostre o altre iniziative di formazione. „In questo caso, in accordo con l’idea del museo, il nostro obiettivo era mettere in scena un ’centro del museo’ in un’architettura rigorosa, servendoci soltanto di strumenti che sì caratterizzino ma che non disturbino o separino“, precisa Jörg Werner dell’agenzia MUSEUMSREIF!.
Per seguire questa filosofia, la concezione illuminotecnica di Zumtobel ha trovato come interprete ideale il programma di faretti Arcos. Montati unitariamente su binari elettrificati, i faretti LED emettono la luce con differenti angolature, da spot a flood, e possiedono temperature di colore di 3.000 o 4.000 K. Di conseguenza la luce è sempre mirata: ora diffusa, ora concentrata, ora calda, ora neutra, plasmando un ambiente di effetto vivace. Tuttavia gli apparecchi si mantengono sobriamente in disparte confondendosi con il soffitto bianco. Le sofisticate lenti dei moduli LED diffondono una luce omogenea e morbida. L’assenza di radiazioni IR/UV permette di illuminare le opere più delicate salvaguardandole dal degrado, con un’ottima qualità di resa cromatica pari a Ra > 90. Il lighting designer Andreas Witt, dello studio Enjoy Witt & Roggenkamp, osserva: „Quando parliamo di soluzioni illuminotecniche moderne per l’arte e la cultura, la tecnologia LED per noi è diventata imprescindibile dati i suoi potenziali di risparmio energetico, la qualità della luce e la lunghissima durata. In questo caso i criteri che ci hanno spinti a scegliere il programma Arcos di Zumtobel sono stati l’opzione della temperatura di colore a scelta, l’eccellente qualità della luce ed anche l’agilità del design. “
Nel settore dedicato alla comunicazione le vetrine sono concepite come unità altoparlanti che trasmettono informazioni. Caratterizzate da un fresco colore giallo, le singole stazioni raccontano le peculiarità delle forme comunicative umane e animali. Qui l’illuminazione è costituita da downlights LED Micros incassati a filo soffitto: si tratta di apparecchi minuscoli, pratici e versatili che sostituiscono perfettamente lampade a bassa tensione da 20 o 35 W. Tutti gli apparecchi Zumtobel collegati all’impianto sono dimmerabili per un ulteriore potenziale di risparmio energetico.
Informazioni sul progetto:
Committente: | Übersee-Museum Bremen, Stiftung öffentlichen Rechts; Brema/D |
Concezione espositiva e allestimento: | MUSEUMSREIF! GmbH, Bielefeld/Brema/D |
Progetto illuminotecnico e installazioni elettriche: | Enjoy Witt & Roggenkamp, Paderborn/D |
Soluzione illuminotecnica: | Zumtobel » Faretti LED ARCOS, » downlights LED MICROS |
Immagini: Pubblicazione gratuita citando Zumtobel
Il faretto LED Iyon nasce dalla collaborazione con lo studio di architetti austriaci Delugan Meissl Associated Architects. È soprattutto la linea pulita dell’armatura – realizzata in pressofusione di alluminio – a conferire al faretto una sobria eleganza oltre che estrema funzionalità. Roman Delugan descrive il design di Iyon come fluido interagire fra oggetto e mezzo: „Puntavamo alla massima versatilità d’uso. Forma, finitura, funzioni illuminotecniche e comandi contribuiscono a questo risultato, sia dal punto di vista estetico che da quello funzionale.“ L’armatura è costruita in modo da indurre la dissipazione passiva dei moduli LED assicurandone così una lunga durata.
L’efficienza di Iyon va da 55 a 77 lm/W e non ha nulla da invidiare ai faretti in tecnologie convenzionali. L’ottima qualità della luce è merito dei validissimi moduli LED: la versione Advanced Stable White è quella che garantisce la massima stabilità di colore ed omogeneità, in tonalità 3.000 o 4.000 K, mentre le versioni Essential Plus ed Essential Stable White sono studiate per accenti precisi e potenti, con un’efficienza straordinaria. I flussi luminosi - da 1.000 a 1200, da 1.700 a 2.100 e da 2.300 a 2.800 Lumen - sono in grado di sostituire con efficienza lampade HIT fino a 50 W. La serie convince non solo per la qualità di luce costante ma anche per il potenziale di risparmio energetico dato dal dimming e per l’assenza di manutenzione nelle 50.000 ore di durata, superate le quali il flusso scende al 70%.
Oltre alle versioni sopracitate, da maggio 2012 Iyon sarà disponibile in tecnica Tunable White e due potenze: con una resa cromatica Ra 90, la temperatura di colore si regola a piacere da 2.700K a 6.500K. Questa flessibilità nel variare la luce bianca torna utile in particolare dove si cambiano spesso gli assortimenti di prodotti e si vogliono esaltare i colori migliorando la percezione in un’atmosfera confacente. L’assenza di radiazioni IR/UV rappresenta un ulteriore vantaggio: infatti si possono illuminare a distanza ravvicinata anche materiali delicati, come i tessili o i cosmetici, senza procurarne il degrado.
Tutti i faretti Iyon possiedono riflettori di precisione (intercambiabili) realizzati in policarbonato con alluminio applicato in sputtering, garanti di un’emissione brillante e previsti per diversi angoli di emissione a fascio largo o stretto. Inoltre le versioni Advanced Stable White e Tunable White sono provviste di una speciale lente brevettata a camera mista che miscela perfettamente i colori.
Questo vasto programma di faretti – due misure, riflettori e accessori sostituibili senza utensili – rappresenta una soluzione indicata per un gran numero di esigenze illuminotecniche. Lo si può installare in binari elettrificati trifase e sarà disponibile anche per semi-incasso e per file continue Tecton.
La regolazione di luminosità dal 10 al 100% si effettua via DALI. Di serie gli apparecchi sono proposti in finitura satinata, bianca o nera. L’intero programma è coperto da una garanzia di cinque anni che comprende anche alimentatori e LED. Iyon è disponibile da maggio 2011 nelle versioni Stable White. Le versioni Tunable White seguiranno a primavera 2012.
» Alla famiglia di prodotti IYON
Illustrazioni: Pubblicazione gratuita citando: Zumtobel; B5 : Udo Titz
Matteo Menghini, Project manager di Zumtobel Italia, racconta: „Dalla necessaria luce funzionale nella cucina all’invitante atmosfera dell’entrata e agli accenti suggestivi sui tavoli, ovunque abbiamo cercato una soluzione armoniosa che renda giustizia anche alla modernità del design. Ci siamo posti come obiettivo apparecchi che non si notino ma con un effetto di luce tangibilmente piacevole.“
Con queste premesse, Zumtobel ha studiato e prodotto un apparecchio apposito per il foyer, dal design dello studio di architettura Park Associati di Milano e dall’esperienza della ditta Hasenkopf, specializzata nella lavorazione del Corian con marchio registrato Du Pont. Questo nuovo apparecchio piace soprattutto per la sua forma cristallina. L’ottica MPO+ brevettata da Zumtobel elimina ogni fastidioso abbagliamento e diffonde una luce piacevolmente omogenea.
L’interno del “Cube” è allestito in modo flessibile per adattarsi a diversi eventi. Il tavolo più grande offre spazio a 18 persone, ma prima e dopo il pasto viene issato sul soffitto. Il ristorante pertanto guadagna spazio e si trasforma rapidamente in una comoda lounge. La luce che segue ogni situazione è quella del multifunzionale Supersystem, installato sia nella cucina aperta che in tutto il ristorante. I minuscoli ed efficienti spot led della famiglia Supersystem, si integrano con armonia in quest’architettura moderna e purista. Inoltre emettono una luce molto focalizzata, perfetta per creare accenti. L’intero ambiente risulta messo in scena con raffinata efficacia.
Ben integrati nel soffitto sono anche gli innovativi downlights LED Panos Infinity che illuminano la zona d’ingresso. Nella cucina aperta trovano posto linee luminose Linaria, più che convincenti nella loro arte della semplicità: con una luce uniforme che garantisce l’indispensabile comfort visivo.
In viaggio per l’Europa, attraversando Belgio, Italia, Svizzera, Russia e Svezia, il ristorante stazionerà di volta in volta per tre mesi e presenterà sempre chef diversi, selezionati fra i migliori del paese ospitante.
Guardate dal vivo Cube su You Tube:
Committente : | Absolute Blue, Bruxellesl/B |
Architettura e design di interni : | Park Associati, Milano/I |
Installazioni elettriche : | Greenville, Milano/I |
Soluzione illuminotecnica (interni) : | Zumtobel apparecchio speciale IBLA » Sistema LED SUPERSYSTEM, » linea luminosa LINARIA, » downlight LED PANOS INFINITY,
|
L’idea alla quale la Zumtobel si è inspirata per il suo stand si può riassumere nell’equilibrio perfetto fra qualità della luce ed efficienza energetica. Alla luce di questa filosofia vengono esposte varie soluzioni per l’allestimento di locali e interni architettonici con concezioni di luce integrali. L’attenzione viene richiamata soprattutto sugli apparecchi LED e sulla loro applicazione. La gamma dei prodotti presentati è ampia: sistemi di luce LED, dai più minimalisti a quelli più complessi, apparecchi, dalle versioni decorative ai modernissimi apparecchi LED per facciate, e sistemi di comando. L’effetto combinato di innovazione, tecnologia, design, emozione ed efficienza energetica determina l’alto livello di qualità delle singole linee di prodotti che permette alla Zumtobel di sottolineare la sua posizione di produttore all’avanguardia di apparecchi orientati sul design con altissimo valore d’uso tecnico. Ma non è tutto: Zumtobel presenterà una concezione per lampada da tavolo, ricavata dalla tecnologia dei diodi organici ad emissione di luce (OLED).
Al centro del padiglione, installato su una superficie di 250 metri quadrati, si trova un’ampia superficie di comunicazione a forma di piazza, ideale per consentire lo svolgimento dei colloqui con i clienti. I cubi di applicazione sono raggruppati intorno alla piazza secondo una logica sistematica: ufficio, shop e arte. In tal modo il cliente potrà godere dalla piazza una buona vista sui prodotti e sulle soluzioni presentate nello stand. Oltre alle applicazioni ci sarà un cubo a parte per la presentazione della funzionalità Tunable White. Gli apparecchi Tunable White consentono all’utente, a seconda dell’applicazione, di adeguare flessibilmente la temperatura del colore nel campo di luce bianca. L’alta qualità della resa colore nel campo dai 2.700 ai 6.500 Kelvin migliore la percezione e favorisce il bioritmo dell’essere umano. Il visitatore può rendersi conto sul posto dei vantaggi e constatare l’effetto positivo dei cambiamenti dinamici della temperatura colore, richiamanti l’andamento naturale della luce diurna. Prodotti come il LED downlight Panos Infinity e il faretto LED Arcos dispongono già di questa dinamica della temperatura colore. Il nuovo faretto LED Iyon, anch’esso presentato alla fiera, sarà disponibile in versione Tunable White a partire dall’autunno 2011.
L’argomento che sta emergendo sempre di più nelle discussioni sull’illuminazione in generale è l’aspetto dell’“efficienza energetica”. Alla Euroluce quindi la Zumtobel dedicherà particolare attenzione anche al tema del comando luce. Attraverso un soffitto di luce a comando dinamico verranno simulate diverse scene di luce diurna, simulando una posizione del sole sempre diversa. Grazie ad un multi-touch panel il visitatore potrà sperimentare le varie possibilità offerte dal sistema di gestione luce premendo semplicemente un pulsante. In tal modo vedrà e constaterà l’azione combinata di dimmeraggio e commutazione degli apparecchi, affiancata dall’azione a comando delle veneziane, in un coordinamento armonioso e ottimale di tutti i dispositivi a seconda della posizione del sole.
Il Salone del Mobile, che si svolge a ritmo biennale, festeggia quest’anno il suo 50° anniversario. Nel suo ambito ha luogo la fiera Euroluce che, con i suoi 40.000 metri quadrati di superficie, è ormai da tempo un appuntamento molto atteso da tutti gli operatori del settore Design. Partecipando alla fiera in qualità di espositore Zumtobel trae profitto dal contatto ravvicinato con il cliente. I rapporti di cooperazione internazionale con architetti, designer illuminotecnici ed artisti offrono numerosi impulsi innovativi per portare avanti progetti e prodotti.
Zumtobel: padiglione 15 C23/D20
» www.zumtobel.com/euroluce2011
Dal 12. al 17. April 2011
Strada Statale del Sempione, 28,
20017 Rho (Milano)
» Alla famiglia di prodotti PANOS INFINITY
Immagini: Pubblicazione gratuita citando Zumtobel
Le concezioni più richieste erano proprio quelle in tecnologia LED. E l’Euroshop è stata il vero trampolino di lancio per l’illuminazione dei negozi su base LED: „Con le nostre innovazioni abbiamo fatto capire che già oggi vale la pena scegliere la tecnologia LED in quasi tutte le applicazioni per negozi. I nostri clienti si rivelano in buona parte disponibili a investire in questa direzione per le loro filiali o catene di negozi. Si tratta di un fondamentale impulso alla crescita del secondo settore applicativo più rilevante per il marchio Zumtobel,“ dichiara Harald Sommerer, CEO del gruppo Zumtobel.
Zumtobel si trasforma in negozio dove vivere emozioni
I 300 metri quadrati dello stand Zumtobel presentavano soluzioni illuminotecniche innovative per le differenti zone dei negozi: come scaffali, vetrine, banconi di prodotti freschi o tavoli di vendita. Grande consenso ha riscontrato l’atmosfera dello stand, di giorno tenuto nelle sobrie tonalità del bianco ma di sera trasformato in un irresistibile palcoscenico da una performance multimediale. Fra le principali novità si sono visti i faretti LED Iyon, caratterizzati da una forma appositamente ideata per la tecnologia LED e convincenti non solo per la sensazionale qualità di luce ma anche per la potenza, fino a 3.200 Lumen. Altra novità è il sistema Microtools per illuminazione di scaffali: luce di qualità sempre ottima e soprattutto dimensioni minimaliste. Per illuminare i banchi che contengono prodotti freschi è stato sviluppato il faretto LED Vivo Tunable Food: possiede un innovativo pulsante con cui regolare lo spettro di colore a seconda del prodotto da mettere in luce.
Tunable White per scenografie dinamiche
Al tema della luce si dà sempre più importanza perché si sa che è in grado di dare personalità ai negozi, di distinguerli dagli altri e di suscitare emozioni. È proprio pensando a quest’esigenza che Zumtobel ha presentato in fiera funzioni innovative come ad esempio „Tunable White“. Si tratta di una tecnologia, già applicata in diversi programmi di faretti e downlights LED, che permette di regolare le tonalità della luce bianca da 2.700 a 6.500 Kelvin. Nei negozi i LED tornano vantaggiosi anche perché emettono poco calore e abbattono i costi di manutenzione.
Immagini: Pubblicazione gratuita citando Zumtobel
Gli aspetti fondamentali nell’illuminazione dei gioielli sono un forte illuminamento e un’ottima resa cromatica che restituisca in modo naturale le pietre preziose, le perle e i metalli senza alterarne i colori. A ciò si aggiunge la necessità di illuminare i preziosi oggetti con estrema sensibilità, attirando su di essi l’attenzione dei clienti. Con una simulazione preparatoria Zumtobel ha dimostrato al committente quale sia la miglior miscela di tonalità calde e fredde per valorizzare al meglio pietre preziose e brillanti.
Per questo motivo è stato scelto il programma di faretti Arcos, ideale nei negozi grazie alla sua vasta scelta di ottiche e accessori. La versione Arcos con luce di tonalità calda (3000 K) è l’asso nella manica che dalle vetrine attira irresistibilmente i clienti verso l’interno. Anche dal punto di vista formale Arcos ha tutte le carte in regola: le sue sorgenti HIT da 35 W diffondono una luce d’altissima qualità, con un fattore Ra > 90. Le dimensioni compatte e il design lineare ben si accompagnano agli arredi moderni del negozio. Viste da fuori, le sorgenti rimangono quasi del tutto nascoste alla vista, facendo spiccare ancora di più gli oggetti messi in scena.
L’esclusiva eleganza delle vetrine è accentuata da Supersystem con unità LED di colorazione 4000 K. Questa luce di tonalità neutra fa letteralmente scintillare i preziosi oggetti: le eccellenti caratteristiche di resa cromatica restituiscono i colori con assoluta naturalezza e danno ai gioielli tutto il lustro che meritano. Lo stesso Adrian Meister conferma la riuscita dell’ambiente: „Grazie alla competenza con cui sono stato seguito da Zumtobel abbiamo trovato una soluzione davvero ideale. Molti dei nostri clienti rimangono rapiti dal fascino delle vetrine.“
Tutti gli apparecchi Zumtobel sono montati su binari trifase unitari: l’impianto pertanto mantiene un aspetto omogeneo e riposante. Per focalizzare perfettamente la luce sui prodotti, i faretti Arcos sono provvisti di due diversi riflettori con angolo di emissione più o meno stretto. Per contro gli apparecchi Arcos wallwasher sulle pareti di fondo delle vetrine diffondono un’equilibrata illuminazione di 4000 Lux.
|
|
Committente : | Meister Juwelier, Zurigo/CH |
Architetto : | Designculture, Zurigo/CH |
Installazioni elettriche : | Elintec AG, Zurigo/CH |
Soluzione illuminotecnica : | Zumtobel » faretti ARCOS, » sistema LED SUPERSYSTEM |
Per il negozio di giocattoli, con una superficie di 500 metri quadrati, e lo spazioso negozio di scarpe del Maxi Mode Center è stato messo a punto un concetto spaziale e illuminotecnico moderno: le linee luminose Slotlight garantiscono un’illuminazione di base uniforme, mentre i faretti Discus creano le condizioni per illuminare gli articoli con un’illuminazione di accento flessibile.
Grazie alla loro forma piatta e riservata, i faretti Discus in alluminio pressofuso si inseriscono agevolmente in qualsiasi stile architettonico. Nonostante la linea Discus, come design, sia stata ideata appositamente per un’illuminazione LED, anche i modelli per lampade compatte a scarica ad alta pressione da 20 a 70 watt si presentano con lo stesso linguaggio formale e dimensione. Le versioni montate su binari elettrificati e da incasso a soffitto del sistema faretti permettono quindi soluzioni illuminotecniche in design unitario con sorgenti di luce modernissime.
Nel reparto giocattoli del centro commerciale gli apparecchi sono stati incassati a filo con il soffitto. Nel negozio di scarpe, invece, si è dovuto risolvere il problema della bassa profondità di montaggio, consistente in 4 centimetri. Le linee luminose, ad esempio, sono state integrate nel soffitto come variante a mezzo incasso. I faretti Discus sono stati montati su binari ad incasso in modo da poterli mantenere flessibili, vale a dire girevoli di 360° e orientabili di 90°. Il rapporto reciproco fra illuminazione generale e illuminazione d’effetto conferisce alle superfici di presentazione un carattere simpatico e vivace che risveglia la curiosità e l’attenzione.
Si è pensato anche alla massima sicurezza possibile. Gli apparecchi di sicurezza LED compatti ed efficienti Resclite garantiscono in caso di emergenza una quantità di luce sufficiente. Grazie alla sua forma ridotta, il sistema si integra nel soffitto con discrezione.
Committente/esercente: | Maxi Mode Center GmbH, Appiano/I |
Architettura : | G & G Projektmanagement, Varlengo/I |
Elettromontaggio : | C. & G. Impianti S.r.l., Varna/I |
Soluzione illuminotecnica : | Zumtobel » Sistema faretti DISCUS, » apparecchio ad incasso SLOTLIGHT II, » serie downlight PANOS INFINITY, » illuminazione di sicurezza RESCLITE, » sistema di file continue TECTON |
Già dall’esterno lo stand richiama gli elementi tipici dei negozi con le loro entrate, vetrine, facciate stilizzate. Persino l’effetto della luce diurna sovrapposta alle vetrine illuminate è simulato in modo realistico con un soffitto luminoso LED. Le superfici dello stand sono tutte ridotte al minimo e rifinite in sobri colori come il bianco o il grigio. L’attenzione pertanto si concentra interamente sugli oggetti esposti e sugli effetti di luce. Solo di sera lo stand prende vita con scenari dinamici che lo trasformano in uno spettacolo multimediale: fonte d’ispirazione per gli occhi e per le orecchie.
All’interno si trovano molte soluzioni studiate per ogni genere di presentazione: scaffali, nicchie, POS, banconi, cabine o banchi di prodotti freschi. Il visitatore pertanto ha davanti a sé un sistema di luce per ogni esigenza di vendita. „L’EuroShop è la più importante fiera internazionale dedicata agli investimenti commerciali e quindi per noi un’occasione preziosa di mostrare al pubblico soluzioni illuminotecniche moderne e personalizzate per tutti gli ambienti di vendita. Ci preme non solo far conoscere gli innovativi prodotti LED ma anche la nostra concezione globale che include tecnologia, dinamismo ed efficienza offrendo un’esperienza di luce unica nel suo genere“, dichiara Harald Sommerer, CEO del marchio Zumtobel.
Highlights
Uno degli highlights presentati alla fiera è il nuovo programma di faretti LED Iyon, sviluppato da Zumtobel insieme allo studio di architetti Delugan Meissl. Iyon è un oggetto di stile raffinato, disegnato appositamente per la tecnologia LED. La sua luce vanta una qualità sensazionale, destinata a fare scuola nell’illuminazione dei negozi. Tra i suoi pregi: un sistema di lenti e riflettori di nuova concezione, potenti moduli LED, eccellente resa cromatica, versioni Stable White e Tunable White. All’EuroShop sarà presentato in anteprima assoluta.
Un altro debutto è il sistema modulare di LED che Zumtobel ha ideato per l’illuminazione di scaffali. La modernissima tecnologia sa dare una luce di qualità perfetta pur nascondendosi in uno spazio praticamente invisibile. Questo innovativo sistema è formato da testate LED che si compongono in vari modi. Gli anelli frontali delle testate sporgono di soli 4mm: ciò significa che le sorgenti rimangono di fatto nascoste alla vista.
Per i banchi di alimentari freschi Zumtobel presenta Vivo Tunable Food, un nuovo faretto di grande versatilità. Fa parte del programma Vivo LED e permette di regolare la tonalità della luce adattandosi così alle peculiarità del prodotto – carne, formaggio o frutta che sia. Con un codificatore oppure via DALI si attiva direttamente una delle dieci colorazioni già programmate sulla piastra LED. Il faretto va dunque a sostituire tutte le combinazioni di riflettori e filtri in uso sino ad ora.
Tunable White – un guadagno per ogni negozio
Nei negozi l’illuminazione è in grado di incrementare il benessere e di spingere il cliente a sostare più a lungo se viene studiata con un dinamismo di intensità e colorazioni ispirate alla luce naturale. Un’altra importante innovazione che presenta lo stand Zumtobel è il sistema Tunable White. Si tratta di un intero programma di downlights e faretti LED con l’esclusiva possibilità di regolare la temperatura di colore da 2.700 a 6.500 Kelvin.
Stand Zumtobel: hall 11 stand A 16
» www.zumtobel.com/euroshop2011Immagini: Pubblicazione gratuita citando Zumtobel
Efficiente, flessibile e richiedente poca manutenzione, senza perdite di qualità: sono stati questi i requisiti posti dall’azienda di commercio all’ingrosso di componenti elettriche di Friburgo al nuovo edificio che avrebbe ospitato il magazzino e gli uffici amministrativi. “Il nostro obiettivo è stato quello di mantenere nella zona del magazzino un’illuminazione di alta qualità ed economica. Per i nuovi uffici abbiamo puntato soprattutto su una concezione di spazio e luce armoniosa, per richiamarci allo spirito dei tempi. Anche per questo abbiamo adottato un’illuminazione puramente LED, in grado di soddisfare le nostre esigenze alla perfezione grazie al suo effetto luminoso e alla sua efficienza”, riassume Martin Rombach.
Diventa sempre più evidente che le soluzioni LED, ormai, non vengono più impiegate solo per scopi decorativi, ma sono già arrivate nel campo dell’illuminazione funzionale. Grazie ad una tecnologia LED di nuovo tipo, il LED downlight Crayon da 12 W raggiunge il livello di una lampada alogena da 50 W o di una lampada fluorescente compatta da 18 W. In tal modo si possono eliminare senza molta fatica i downlight convenzionali, sostituendoli con apparecchi LED più efficienti e di durata più lunga. L’illuminazione generale omogenea, la stabilità del colore e la straordinaria efficienza energetica del modello Crayon fanno del LED downlight Zumtobel un prodotto molto richiesto, in particolare nei settori pubblici. La componente architettonica del nuovo edificio adibito a compiti di amministrazione era predestinato all’uso dei vantaggi offerti dal LED downlight. La concezione e la progettazione del nuovo edificio sono state affidate allo specialista di costruzioni industriali Freyler, di Kenzingen/D, che si è occupato anche di realizzare il progetto chiavi in mano.
Il complesso di uffici a tre piani con una superficie complessiva di 1.500 metri quadrati, è collegato tramite la zona dell’arrivo merci al capannone ed è rivestito con una facciata di alluminio di alta qualità. Le superfici adibite a uso ufficio sono state realizzate completamente senza elementi di supporto e garantiscono l’impiego flessibile dei locali. Per la moderna struttura dell’edificio la Zumtobel, basandosi su una soluzione di prodotto speciale del LED downlight Crayon, ha sviluppato una concezione di illuminazione uffici altrettanto moderna: sono stati infatti incassati a filo con il soffitto 122 LED downlight Crayon, di forma quadrata e con una potenza di 48 W, dalla dimensione fuori standard di 625 mm. In tal modo si può continuare a usare lo spazio flessibilmente. Il colore di luce caldo, da 4000 K, oltre a permettere di ottenere un’illuminazione di base gradevole e omogenea, offre anche un lungo ciclo di vita con luce dal colore stabile, è esente da manutenzione e dimmerabile. “I LED downlight Zumtobel offrono un’alternativa eccezionale, economica e qualitativa rispetto ai downlight convenzionali. Un buon esempio del fatto che la moderna illuminazione per uffici, oggi, è già possibile in forma puramente LED”, spiega Arno Burgert, progettista responsabile degli impianti elettrici.
Per quanto riguarda l’esigenza di un’architettura funzionale e non invasiva per le risorse naturali il capannone si distingue per i numerosi lucernari che consentono di sfruttare al massimo la luce diurna. La luce artificiale viene impiegata volutamente solo quando la luce naturale non basta per raggiungere l’illuminamento necessario. Per l’illuminazione di base del capannone i responsabili impiegano il collaudato sistema di fila continue Tecton della Zumtobel. Il nastro di luce a struttura modulare offre una luce ottimale per il settore industriale, garantendo un illuminamento conforme alle norme di 300 lx. Il sistema è flessibile, grazie alla possibilità di ampliamento, e può essere completato con riflettori e apparecchi di sicurezza. In aggiunta sono stati installati nei locali sanitari i LED downlight Crayon con protezione IP 44. La luce viene fatta convogliata con precisione al suo luogo di utilizzazione finale, senza alcuna dispersione, consentendo al personale di lavorare in un ambiente ben illuminato e di grande comfort visivo.
Informazioni sul progetto: | |
Committente : | Alexander Bürkle GmbH & Co.KG, Friburgo/D |
Architettura (concezione/progettazione/esecuzione) : | Freyler Industriebau GmbH, Kenzingen/D |
Progettazione elettrica : | Planungsgruppe Burgert, Schallstadt/D |
Installazione elettrica : | El. Geppert, Breisach/D |
Soluzione illuminotecnica: | Zumtobel soluzione speciale LED downlight Crayon Q, » sistema di file continue TECTON, » LED downlight CRAYON E165 1/12W, |
Non solo i reparti di frutta e verdura ma anche quelli delle carni o dei formaggi rappresentano i colpi d’occhio che caratterizzano l’immagine dei negozi alimentari. Una luce esattamente calibrata sui prodotti in vendita è essenziale. Deve saper presentare i prodotti stimolando l’appetito ma senza che vada persa la loro genuinità.
Tutti questi requisiti sono la specialità del nuovo faretto LED di Zumtobel, Vivo Tunable Food: sulla piastra LED sono programmate dieci tonalità che si attivano con un pulsante girevole sul faretto stesso oppure con i comandi DALI. Vivo Tunable Food è pertanto in grado di fornire con esattezza la luce più indicata all’esigenza. La nuova tecnologia va a sostituire le complicate combinazioni di riflettori e filtri che finora erano necessarie. Per garantire una soluzione ideale, Zumtobel ha scelto e collaudato le diverse tonalità insieme ai clienti. Inoltre, con un nuovo sistema di lenti Vivo Tunable Food assicura una distribuzione uniforme e una resa cromatica Ra > 80. Entrambi questi fattori danno come risultato una presentazione genuina. Un altro vantaggio è la possibilità di progettare tutti i reparti alimentari con un faretto unitario. Vivo Tunable Food è pratico da installare e riduce le complicazioni anche sotto quest’aspetto. L’assenza di radiazioni IR/UV preserva i prodotti dal degrado.
Lo sviluppo del nuovo faretto Vivo Tunable Food è destinato a fare scuola e dimostra che i LED sono perfetti anche per gli alimentari freschi, battendo le lampade a ioduri metallici che finora predominavano in questo settore. Ormai gli apparecchi LED sono più avanti per durata, efficienza, dinamica dei colori e qualità della luce. Il faretto LED Vivo Tunable Food sarà disponibile da maggio 2011 nei colori bianco e titanio.
Per garantire un impianto unitario nell’intero supermercato, il programma Vivo offre un ulteriore faretto LED. Si tratta di Vivo LED Stable White, identico per design a Vivo Tunable Food ma destinato ad accenti di grande efficacia sugli scaffali. In questo modo la soluzione diventa davvero completa.
» Alla famiglia di prodotti VIVO
Immagini: Pubblicazione gratuita citando Zumtobel
Il pensiero che il commercio avrebbe potuto essere l’unico obiettivo di questo ambizioso progetto costato poi 150 milioni di euro non convinceva completamente i due investitori che già durante le prime fasi della progettazione, volevano ottenere qualcosa di più distintivo per la città di Belgrado, qualcosa che trascendesse la semplice idea di Shopping Center. MPC Holding e Meryll Lynch decidono cosi di incaricare il rinomato studio di architettura Chapman Taylor Architetti di Milano, per la progettazione della facciata e l’allestimento degli spazi inter¬ni. Lo studio aveva già dimostrato in diversi progetti in Italia e all’estero come l’anima com¬merciale e lo spirito architettonico si potessero riunire felicemente in un tutt’uno. L’architetto Gerardo Sannella, associate director e responsabile del progetto, non vede in questo dualismo necessariamente una contraddizione. “Disegnare un’architettura che sia bella, funzionale e di carattere, senza perdere di vista l’aspetto commerciale, è una specialità del nostro studio alla quale da anni ci dedichiamo con passione, ben sapendo che ogni intervento d’architettura oggi ha una portata commerciale perfino le istituzioni museali.”
L’architettura dell’Ušće vive di forti contrasti. La possente e dinamica facciata “rosso Ferrari” attira i visitatori all’interno, mentre l’ambientazione chiara, luminosa e tranquilla fa in modo che vi si intrattengano piacevolmente all’interno. Tonalità naturali riposano l’occhio e garantisco¬no uno spazio neutro per l’allestimento dei punti vendita e delle attrazioni principali. “Il nostro compito era quello di creare una cornice per i diversi negozi, quindi abbiamo lavorato molto con il bianco e le tonalità chiare: tutta l’attenzione è rivolta così all’offerta dei settori vendita e food”, dice l’arch. Sannella.
Il contrasto avvincente fra esterno e interno si estende anche alla progettazione illuminotecnica a carico dello studio Voltaire Light Design di Milano e per la parte impiantistica dello studio BDSP di Belgrado. Mentre la facciata dello Shopping Center viene illuminata da sorgenti lumi¬nose a forte emissione, all’interno le lampade di Zumtobel hanno accenti più soft. Ampi lucer¬nai sovrastano le gallerie, che sono distribuite in tre “navate” e quattro piani. Lì la luce diurna viene sostituita nelle ore serali dalla combinazione di faretti Xeno e proiettori Miros, che danno luce morbida verso il basso. Soffitti sospesi, nicchie e sporgenze sono tenuti assieme da un’illuminazione organizzata secondo disegni lineari e razionali tramite file continue. Porzioni di soffitto con un’ illuminazione più riposante si alternano ad ambiti più vivaci e dinamici. I soffitti luminosi emanano una luce chiara e calda, a completamento dei faretti Downlights integrati nei soffitti che consentono di gestire una luce più puntuale guidando il visitatore verso le vetrine dei negozi. Sottili linee luminose disegnano un barcode ricavato in negativo nelle ampie su¬perfici . La gran parte degli apparecchi usati permette di regolare l’intensità della luce consen¬tendo di ottenere effetti piacevoli e riposanti per l’occhio dell’osservatore, piuttosto che avere una luce di intensità costante e perciò monotona. Tale forma di controllo generale dell’intensità illuminante avviene tramite il sistema di gestione luce Luxmate professional.
Nel progetto di Usce, architettura e luce sono perfettamente armonizzati fra loro, si completa¬no in maniera unica. “Le nostre scelte non sono tanto ricadute sulla selezione e l’allestimento di singoli corpi specifici – per quanto altamente performanti – quanto piuttosto su una filosofia della luce come esaltatore di spazi architettonici, e Zumtobel in questo ha saputo interpretare alla perfezione il nostro approccio”. Per l’architetto Sannella si tratta non solo di un compito da portare a termine con competenza scientifica, ma di una filosofia: “la realizzazione perfetta di architettura e luce consiste nel rendere la luce invisibile ma allo stesso tempo percepibile, e far sembrare naturale la luce artificiale: questa è la vera arte.”
Committente: | Ušće Shopping Center d.o.o, Belgrado/SRB |
Architettura: | Chapman Taylor Architetti S.r.l, Milano/I |
Progettazione illuminotecnica e design: | Voltaire Light Design, Milano/I |
Progettazione impianto elettrico: | BDSP YU d.o.o, Belgrado/SRB |
Soluzione per l’illuminazione: | Zumtobel » Soffitto luminoso e linee luminose SLOTLIGHT II, » Downlights PANOS Q e PANOS M, » faretti XENO » proiettori MIROS, » sistema di file continue TECTON-TETRIS, » illuminazione di sicurezza RESCLITE e » ONLITE SB 128, » sistema di gestione luce LUXMATE PROFESSIONAL |
Immagini: Pubblicazione gratuita citando Zumtobel