Su incarico di Zumtobel, l’università tecnica di Darmstadt ha analizzato la qualità di varie sorgenti luminose che illuminavano un oggetto d’arte reale. Dallo studio emerge che una moderna tecnologia LED riduce in misura consistente le radiazioni di ultravioletti e infrarossi, mantiene costante la temperatura di colore anche con il dimming, migliora l’efficienza energetica e allo stesso tempo riduce il potenziale degrado delle opere.
Architetto: | Studio Graft |
Zumtobel. La luce.
Architetto: | Herzog & de Meuron (CH) |
Progettazione illuminotecnica: | Ulrike Brandi Licht, Amburgo (DE) |
Committente: | Museo nazionale di Varsavia (PL) |
Progettazione impianti elettrici: | Zbigniew Kara, Radom (PL) |
Nella gara d’appalto pubblica il sistema di Zumtobel ha convinto in pieno. Per i gestori del museo è stata infatti decisiva la sua esperienza in materia di effetti della luce sulle opere d’arte.
I faretti LED sono per natura predestinati all’illuminazione d’accento. Nel museo i precedenti 1.100 proiettori alogeni da 100 Watt cadauno sono stati sostituiti con 970 faretti ARCOS che consumano 20 Watt, più altri 120 da 25 Watt. Fra i criteri decisivi figurava anche la resa cromatica, che in qualsiasi caso doveva superare Ra 90. Sotto questo profilo ARCOS vanta l’eccellenza: RA 94 e flusso luminoso sempre costante a prescindere dalla temperatura di colore. Tutto questo con un consumo energetico nettamente inferiore a quello delle soluzioni tradizionali. Senza contare che la luce dei LED non espone le opere al degrado in quanto le radiazioni UV e IR sono pressoché assenti.
Ad ogni oggetto la luce giusta grazie a tunableWhite
Nel museo di Varsavia le opere d’arte spaziano dall’antichità ai nostri giorni e quindi le necessità di luce non potrebbero essere più variegate. Grazie alla tecnologia tunableWhite gli apparecchi d’illuminazione sono in grado di assumere la tonalità di luce più consona ai colori e ai materiali di ogni opera. La temperatura di colore si regola manualmente con un selettore oppure attraverso il sistema di comando. Nell’intero museo l’impianto LED è governato da un sistema di gestione BUTLER XT con segnalatori di presenza, a garanzia di un ingente risparmio energetico.
Zumtobel. La luce.
Committente: | Ripartizione edilizia del comune di Feldkirch, Feldkirch (AT) |
Architetto: | Hascher Jehle Architektur, Berlino (DE) in collaborazione con Mitiska Wäger Architekten, Bludenz (AT) |
Progettazione illuminotecnica: | Belzner Holmes / Light Design Engineering, Stoccarda (DE), Eschen (LI) |
A caratterizzare la nuova struttura sono facciate trasparenti e una grande cupola di vetro nel foyer che fanno penetrare la luce naturale fino alla grande sala al centro. Una simile concezione di trasparenza architettonica andava seguita anche con il progetto illuminotecnico: questo è stato affidato allo studio BELZNER HOLMES / LIGHT DESIGN ENGINEERING (LDE), specializzato in impianti per architetture e palcoscenici, e realizzato tecnicamente insieme a Zumtobel. Il compito più importante affidato ai progettisti era mettere a punto una soluzione in grado di adattarsi ai molteplici tipi di manifestazioni. In altre parole occorreva creare l’atmosfera giusta per ogni evento, dal congresso al concerto, dal clima di lavoro concentrato al ricevimento di gala.
Dopo una lunga fase di test e sondaggi si è deciso di incaricare Zumtobel di costruire una soluzione speciale su misura. L’idea di partenza era di riuscire a realizzare apparecchi LED con un dimming fino allo 0 percento completamente “flickerfree” (ossia senza sfarfallio), tale da garantire riprese televisive della miglior qualità (HD). Allo scopo gli uffici dello studio LDE, a Stoccarda e in Liechtenstein, hanno ricavato insieme a Zumtobel una soluzione speciale adatta alle differenti necessità del progetto. Come base hanno scelto i downlights LED della serie PANOS infinity.
Il modello speciale costruito, MFH-PANOS, rappresenta un’assoluta novità nell’illuminazione architettonica ed è unico al mondo proprio perché consente il dimming progressivo dal 100 allo 0 percento. A differenza dei prodotti standard conosciuti sino ad ora, MFH-PANOS supera l’ostacolo insormontabile di un dimming fra il 10 e lo 0 percento senza sfarfallii e senza passaggi bruschi. Inoltre MFH-PANOS adatta la luce al tipo di evento con la regolazione della temperatura di colore da calda a fredda. Le proporzioni dei dosaggi possono essere impostate con canali separati DMX e DALI: a seconda della velocità di reazione che serve, i downlights da 28, 30 e 40 Watt contengono comandi DMX o rispettivamente DALI per dialogare in modo mirato con ogni singolo apparecchio.
Complessivamente Zumtobel ha installato nel Montforthaus oltre 2.500 apparecchi, di cui 750 in versione speciale MFH-PANOS con varie finiture. Tuttavia non è stato questo il suo unico incarico: Zumtobel infatti ha assistito il progetto in tutte le sue fasi, in stretta collaborazione con tutti gli interessati. I tipi di apparecchi che ha fornito sono 18, fra di essi LIGHT FIELDS evolution per le scale, ONDARIA per la caffetteria e CRAFT come illuminazione di lavoro da palcoscenico.
Zumtobel. La luce.
Committente: | Landschaftsverband Westfalen-Lippe, Münster (DE) |
Architetto: | Staab Architekten GmbH, Berlino (DE) |
Progettazione illuminotecnica: | Licht Kunst Licht AG, Bonn/Berlin (DE) |
Installazione impianti elettrici: | Pape & Böhm GmbH & Co. KG Elektrotechnik, Münster (DE) |
Fotografie: | Marcus Ebener |
Un sistema d’illuminazione agile e versatileSUPERSYSTEM convince
La flessibilità della luce è fondamentale proprio nelle mostre temporanee, dove le opere esposte cambiano di natura e di collocazione. Al contempo però l’impianto doveva sparire il più possibile nella struttura storica cercando di non alterarla con un elemento architettonico diverso.
Dopo molte campionature e in stretto accordo con la sovrintendenza, i lighting designer dello studio Licht Kunst Licht AG di Bonn hanno optato per il prodotto SUPERSYSTEM di Zumtobel: a caratterizzare questo sistema non è solo l’agilità del linguaggio formale ma anche la versatilità d’impiego. Le funzioni che assume SUPERSYSTEM sono più di una: innanzitutto diffonde nei saloni un’illuminazione indiretta, omogenea e diffusa, con la particolarità di mettere in luce solo le volte ma non gli archi.
Separatamente si accende poi l’illuminazione diretta, fatta di minuscoli spot LED: i punti luce sono regolabili e si possono cambiare le ottiche ogni volta che serva adattare l’angolo di emissione alle opere esposte. Un altro pregio di SUPERSYSTEM è la sua ottima compatibilità: i binari elettrificati sono provvisti di segmenti in cui all’occorrenza si possono fissare altri proiettori, di proprietà del museo, per creare accenti aggiuntivi. Il personale addetto ha a disposizione un sistema di comando DALI installato su un touchpanel portatile per regolare con totale facilità non solo la luce diretta e indiretta, l’una separata dall’altra, ma anche ogni singolo gruppo di spot LED.
Zumtobel. La luce.
Committente: | Diocesi di Aquisgrana, responsabile tecnico Helmut Maintz, Aquisgrana (DE) |
Progettazione illuminotecnica: | Plan Ing, Ralf Wolters, Aquisgrana (DE) |
Installazione impianti elettrici: | Elektro Mücher, Alsdorf (DE) |
La ristrutturazione dell’impianto illuminotecnico è stata affidata allo studio di ingegneri Plan Ing Aachen guidati da Ralf Wolters, partner di Zumtobel nel Lighting Competence Program. Le problematiche erano decisamente complesse: in primo luogo si chiedeva una soluzione in grado di ridurre sensibilmente i costi di esercizio. Inoltre il finanziamento concesso poneva determinate condizioni di economicità e tempi di ammortamento ben precisi. Al contempo però era indispensabile tener conto delle nozioni più aggiornate sugli aspetti conservativi. Questo significava escludere completamente l’apporto di luce diurna e ridurre l’illuminazione artificiale a un minimo assoluto. Un altro problema era che occorreva eseguire i lavori entro due mesi e senza chiudere il museo, cosa che evidentemente richiedeva una grande flessibilità se si voleva disturbare il meno possibile l’afflusso dei visitatori.
Massime esigenze in termini conservativi
Per salvaguardare le delicatissime opere il responsabile del duomo, Helmut Maintz, ha incaricato la società Photometrik GmbH di Darmstadt di sottoporre a un minuzioso esame gli apparecchi proposti da Zumtobel per valutarne l’impatto su ogni opera. L’impianto è formato da apparecchi LED, in grado di garantire accenti di luce efficaci ma anche di salvaguardare le opere visto che le loro radiazioni IR e UV sono minime.
Per l’illuminazione diretta degli oggetti esposti si è mantenuta la rete di fibre ottiche già installata prima dell’intervento, sostituendo però gli illuminatori che prima funzionavano con lampade a bassa tensione ed ora con LED dimmerabili. Fra l’altro questi illuminatori LED di nuova generazione, costruiti appositamente per musei e mostre d’arte, generano il doppio di luce di quella che davano le lampade alogene.
Per la parte di accenti emessi con proiettori, Zumtobel ha fatto ricorso al programma ARCOS con faretti LED soft-contour e ARCOS LED xpert. L’impianto si completa con 200 spot miniaturizzati della serie SUPERSYSTEM. Per l’illuminazione generale, che andava mantenuta al minimo indispensabile, sono stati montati 50 downlights LED della serie PANOS infinity. In ogni parte della camera del tesoro sono installati segnalatori di presenza che hanno lo scopo di esporre le opere alla luce il meno possibile: dove non c’è passaggio di persone la luce si spegne automaticamente.
Ingenti risparmi
Servendosi di un tablet i responsabili possono comunicare con ogni apparecchio illuminante e abbassarne il dimming ogni volta che occorre. La nuova soluzione LED fornita da Zumtobel ha procurato risparmi enormi: infatti l’innovativa tecnologia riduce il consumo energetico di circa 70.000 kWh all’anno. Inoltre, visto che i LED producono molto meno calore, si prevedono ingenti risparmi energetici anche sull’impianto di condizionamento che deve mantenere una temperatura costante di 18°C e un’umidità del 55%. Complessivamente si può contare su un risparmio di minimo 22.000 euro all’anno.
“Siamo davvero grati a tutte le ditte che hanno collaborato con noi in modo eccellente. Il rispetto di tutti i criteri della conservazione e di quelli dell’efficienza ci permette di unire passato e futuro nel modo più bello, e di conservare i tesori del Duomo di Aquisgrana anche per le generazioni a venire”, dichiara il responsabile Maintz commentando il risultato.
Zumtobel. La luce.
Committente: | Staatsbetrieb Sächsisches Immobilien- und Baumanagement (SIB), Dresda (DE) |
Architetto: | Esposizione: Holzer Kobler Architekturen GmbH, Zurigo (CH); Edilizia: Büro Lungwitz, Dresda (DE) |
Progettazione illuminotecnica: | Lichtvision Design & Engineering GmbH, Berlino (DE) |
Progettazione impianti elettrici: | Elektro Ing-Plan GmbH, Dresda (DE) |
Installazione impianti elettrici: | Elektro Dresden West, Dresda (DE) |
Una delle modifiche significative nell’ambito del nuovo concetto è costituita dalla scelta di una soluzione illuminotecnica basata al 100 % sul LED. I faretti minimalisti LED SUPERSYSTEM si integrano con sobrietà e convincono grazie al consumo energetico ridotto e all’eccellente qualità della luce. Gli apparecchi a LED di nuova generazione emanano molto meno calore e la loro luce è praticamente priva di radiazioni IR e UV, pertanto soddisfano i massimi standard in termini di conservazione dei pezzi esposti. Un’eccellente resa cromatica di oltre Ra 90 permette di vivere in modo naturale le opere esposte con i loro diversi materiali e colori. A seconda delle esigenze d’illuminazione, SUPERSYSTEM è stato utilizzato in tutte le sale espositive e nelle aree pubbliche sotto forma di apparecchio incassato nel soffitto, plafoniera o a sospensione. Un ulteriore elemento caratteristico della nuova soluzione illuminotecnica è l’interazione tra luce diurna e artificiale. Grazie all’unità DALI integrata, SUPERSYSTEM è compatibile con diversi sistemi di gestione della luce. Ad esempio, i faretti possono essere regolati in gruppi di comando idonei in base alla situazione luminosa prevalente e all’intensità luminosa
ideale per le rispettive combinazioni di oggetti.
Zumtobel. La Luce.
Committente: | Eugenio Lopez, Città del Messico (MX) |
Architetto: | David Chipperfield Architects, Londra (UK) |
Progettazione illuminotecnica: | Arup, Londra (UK) |
PROGETTAZIONE ESECUTIVA: | AAU –Taller Abierto de Arquitectura y Urbanismo, Città del Messico/MX |
Con il progetto Jumex, Zumtobel e David Chipperfield hanno ripreso il processo di design cooperativo per alcune soluzioni personalizzate: per i due piani dedicati all’esposizione, il team che si è occupato dello sviluppo degli apparecchi d’illuminazione ha progettato per ARCOS un braccio più lungo, portalampada singoli e versioni LED con un’eccellente resa cromatica (Ra 90) e una temperatura del colore di 4.000 K. Queste soluzioni sono state utilizzate anche al 3° piano per l’illuminazione d’accento. Un sistema di file continue assicura un’illuminazione uniforme del piano; la complessa geometria del tetto, infatti, richiede uno scenario accuratamente elaborato per l’interazione di luce naturale e artificiale. La luce diurna penetra nel piano attraverso lucernari realizzati nei “denti”, simili a quelli di una sega. Per mezzo di un sistema a più strati in vetro opaco e acrilico semitrasparente, la luce viene diffusa e convogliata nell’ambiente attraverso veneziane color bianco opaco. Durante la notte e in caso di ridotta intensità della luce, il sistema di file continue ZX2 applicato nei lucernari e i proiettori ARCOS configurati con lenti e filtri speciali assicurano una qualità della luce ottimale per un’illuminazione omogenea delle opere esposte. Anche qui la drammaturgia spaziale degli 860 metri quadrati può essere variata e ripartita in modo flessibile, senza che ciò vada a discapito dell’ampiezza. Per un’ulteriore illuminazione d’accento di singoli oggetti, nel locale sono state inserite altre file continue. La regolazione degli apparecchi nei locali della galleria e degli uffici avviene tramite il sistema di gestione della luce LUXMATE BASIC.
Zumtobel. La Luce.
Committente: | Veneranda Fabbrica del Duomo, Milano (IT) |
Architetto: | CanaliAssociatisrl, Parma (IT) |
Progettazione illuminotecnica: | CanaliAssociatisrl, Parma (IT) |
Storici scorci di luce
I fiori all’occhiello della collezione sono i tanti modelli del Duomo, costruiti con i materiali più svariati come il gesso, il bronzo o il legno; il modello più grande, ed anche il più antico, è realizzato in legno in scala 1:20 e vi si può addirittura entrare. L’illuminazione crea raffinati giochi di luci ed ombre ispirati agli effetti naturali del sole, riportando in vita questo storico gioiello che risale al 1519.
La scenografia perfettamente riuscita è merito soprattutto dei faretti LED ARCOS Xpert, non solo efficienti ma anche versatili: su ogni apparecchio si possono regolare sia la temperatura di colore che le ottiche, in modo da trovare l’effetto più consono ai materiali delle opere. Per fare un esempio, con le lenti soft-contour e direzionamenti da varie posizioni si esalta l’effetto plastico delle sculture senza che si formino ombre eccessive. La luce dei LED presenta fra l’altro alcuni vantaggi indiscutibili, come un’eccellente resa cromatica (Ra 94) e l’assenza di radiazioni IR/UV che preserva le opere dal degrado. Il design purista degli apparecchi d’illuminazione mantiene l’impianto in disparte lasciando che siano protagonisti gli oggetti esposti.
Mentre l’illuminazione delle sale espositive è affidata essenzialmente ai faretti ARCOS Xpert, nei locali secondari sono stati installati efficienti downlights LED PanosInfinity, file continue TECTON e linee luminose LINARIA. La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano è lo storico ente istituito più di 600 anni fa per sorveglia-re la costruzione della cattedrale. Oggi cura la sua conservazione e restauro con grande senso di responsabilità. Tra i suoi tesori figura l’archivio storico alloggiato nel palazzo di fronte al Duomo: vi sono custoditi oltre 500.000 atti e documenti che risalgono fino al 1145. Qui si è scelto di montare apparecchi da incasso PERLUCE, ideali per assicurare agli addetti condizioni visive corrette ma anche garanti di una luce che salvaguarda le delicatissime opere cartacee.
Flessibilità e qualità di luce, ottime proprietà conservative ed alta efficienza energetica sono gli aspetti che nel loro insieme hanno convinto architetti e committenti a scegliere questa soluzione. Nell’intensa fase progettuale, anche con l’aiuto di vari modelli e simulazioni, i responsabili sono riusciti a mettere a punto un sistema illuminotecnico che affascina con un risultato a dir poco brillante.
Zumtobel. La luce.
Committente: | Kunsthistorisches Museum Wien, Vienna (AT) |
Architetto: | HG Merz, Stuttgart, Berlin (DE) |
Progettazione illuminotecnica: | Die Lichtplaner, Limburg (DE), Symetrys, Lustenau (AT) |
Installazione impianti elettrici: | IB Süd, Wien (AT) |
“Avevamo l’esigenza di mettere gli oggetti letteralmente nella miglior luce.” Dr. Sabine Haag, direttrice del Kunsthistorisches Museum di Vienna |
Già lo stesso museo è un’opera d’arte. Ad esso si aggiunge la ricchezza e l’esclusività di una collezione che lo rende uno dei luoghi più affascinanti di Vienna. Curando il nuovo allestimento la grande sfida era quella di dare un taglio moderno che però non si affermasse con prepotenza sugli oggetti storici.
È così che oggi, dopo un decennio di chiusura, il pubblico può tornare a vivere una collezione arricchita dalla modernità e da una qualità assoluta. Integrando con delicatezza la luce diurna si è ottenuta un’atmosfera morbida che avvolge i visitatori in una luminosità diversa a seconda dell’estate e dell’inverno, del mattino e della sera.
“Quello che esprimono gli oggetti del sedicesimo secolo trova la sua naturale prosecuzione nei lampadari Starbrick.”
La premessa per installare questi lampadari era la loro funzionalità, ragione per cui sono stati modificati insieme al designer Olafur Eliasson e adattati alle sale espositive. Naturalmente la direttrice Dr. Haag e i suoi collaboratori erano consapevoli che un elemento contemporaneo avrebbe potuto stridere con un ambiente storico. A ben pensare, però, Starbrick riflette molto il contenuto e lo sviluppo degli oggetti antichi. Al pari di essi rappresenta la ricerca di tecnologia moderna, arte, perfezione assoluta, estetica, in una cristallinità ricorrente in molte delle opere. A sei metri di altezza si viene così a formare una seconda esposizione d’arte, questa volta con elementi che a differenza degli altri assumono un’utilità reale.
“Ci era chiaro che per una collezione di tanto prestigio dovevamo lavorare insieme ai partner migliori del mondo.”
Ovviamente la priorità assoluta era la salvaguardia degli oggetti. Di qui la scelta della tecnologia LED, tanto delicata quanto efficace. Al di là della ricerca di una soluzione innovativa in grado di rimanere all’altezza del museo per i prossimi decenni, i responsabili hanno riposto valore soprattutto nella competenza dei partner e nella loro capacità di mettere a punto un progetto qualitativamente senza compromessi.
“Questa collezione è la più importante di tutta la mia carriera.” HG Merz, architetto responsabile dell’allestimento |
“In tutta la storia dell’arte si mettono spesso in discussione le corrispondenze e le riproduzioni della realtà, ed è per questo che Starbrick armonizza perfettamente con la Kunstkammer.” Olafur Eliasson |
Zumtobel. La luce.
Committente: | EYE Film Instituut Nederland, Amsterdam (NL) |
Architetto: | Delugan Meissl Associated Architecs, Vienna (AT) |
Progettazione illuminotecnica: | Arena: Die Lichtplaner, Limburg (DE) in ccoperazione con Symetrys, Lustenau (AT) |
Un’altra peculiarità dell’edificio è la cosiddetta Arena, uno spazio di 1.050 metri quadri che accoglie i visitatori appena entrati. Rivestito quasi interamente in legno e pavimentato con un elegante parquet di rovere, questo grande foyer affacciato sul fiume offre uno splendido panorama della città. L’ambiente dà il benvenuto agli ospiti con un’atmosfera aperta e invitante che spinge subito a soffermarsi nel bar o nel ristorante. Non a caso i primi posti a riempirsi sono le tante poltrone sparse sulle panoramiche gradinate disposte come terrazze. “Lo spazio centrale dell’edificio, chiamato “Arena”, invita i visitatori a fermarsi. La sua particolare geometria è ideata proprio per favorire i contatti sociali”, precisa Roman Delugan. L’impianto d’illuminazione realizzato con STARBRICK ha la sua parte di merito. STARBRICK è un apparecchio della collezione masterpiece di Zumtobel, una linea di opere esclusive create dall’azienda insieme a partner di fama. Il versatile modulo luminoso scelto dal museo è firmato dall’artista Olafur Eliasson. “STARBRICK è un elemento luminoso che genera spazio. Con il supporto di Zumtobel siamo riusciti a renderlo utilizzabile negli ambienti dove si vive tutti I giorni. Sono proprio felice di vederlo installato in una struttura pubblica. Il design geometrico di STARBRICK nasconde in realtà un sistema espandibile, il che vuol dire che può crescere in tutte le direzioni. Nel foyer del nuovo museo EYE i moduli si compongono in figure somiglianti a nuvole luminose che suggeriscono l’atmosfera del cinema – stars for the stars“, commenta Olafur Eliasson.
Zumtobel. La luce.
Committente: | Staatsbetrieb Sächs. Immobilien- und Baumanagement, Dresda (DE) |
Architetto: | Studio Daniel Libeskind AG, Zurigo/CH |
Progettazione illuminotecnica: | DELUX AG, Zurigo/CH |
Progettazione impianti elettrici: | IPRO Dresden, Dresda (DE); INNIUS GTD, Dresda (DE) |
Installazione impianti elettrici: | Elektro Dresden West, Dresda (DE); FAE Elektrotechnik GmbH & Co, KG, Heidenau (DE) |
I modernissimi apparecchi LED Resclite, inseriti in modo ideale nei binari TECTON, rendono la luce di sicurezza del tutto invisibile durante la normale apertura del museo. In caso di emergenza però, gli efficienti LED diventano guide fidate con una distanza di riconoscimento di 16 metri.
Nelle vetrine invece trovano posto fibre ottiche con lenti speciali, di vari angoli di emissione, e filtri IR/UV. Come richiesto dal museo, le sorgenti sono illuminatori STARFLEX con lampada alogena QR-CB da 100W e riflettore dicroico che convoglia perfettamente la luce. Nelle bacheche Zumtobel ha inserito supporti Linaria, installati a filo superficie lungo le pareti di fondo: ne risultano sottili linee luminose che non disturbano l’aspetto d’insieme ma che conferiscono una piacevole luminosità agli spazi delle vetrine.
Zumtobel. La Luce.
Committente: | Städelsches Kunstinstitut, Francoforte (DE) |
Architetto: | schneider+schumacher, Francoforte (DE) |
Progettazione illuminotecnica: | Licht Kunst Licht AG, Bonn/Berlino (DE) |
Progettazione impianti elettrici: | Delta-Tech, Weiterstadt (DE) |
Installazione impianti elettrici: | Imtech, Rüsselsheim (DE) |
La nuova ala espositiva, da 3.000 m2 di superficie, si trova sotto il giardino del palazzo centrale. Un soffitto di aspetto elegante e leggero ricopre il salone alto 8,20 m. Sebbene interrata, la nuova costruzione si nota anche da fuori. Infatti il giardino ora ha assunto una forma leggermente convessa, anche se comunque percorribile, caratterizzata da una geometrica disposizione di lucernari circolari che servono ad illuminare gli spazi sottostanti.
Il soffitto del sotterraneo, leggermente incurvato verso l’alto, è scandito da 195 lucernari rotondi di diametri che vanno da 1,5 a 2,5 m. Il salone ne ricava luce diurna e anche artificiale: i lucernari integrano infatti elementi anulari con LED di colorazione calda (2700K) e fredda (5000K). Si tratta di una soluzione speziale che Zumtobel ha sviluppato insieme ai lighting designer dello studio Licht Kunst Licht e agli architetti dello studio schneider+schumacher. Nelle ore serali, oppure quando il cielo è coperto, l’impianto di LED assicura un’illuminazione omogenea delle opere esposte.
Con l’impianto studiato su misura da Zumtobel è possibile esporre in un certo spazio opere altamente delicate, come ad esempio disegni su carta, e immediatamente accanto avere un altro spazio dove ci sono sculture. Infatti gli illuminamenti si ripartiscono da ogni singolo lucernario in funzione delle esigenze. Se c’è bisogno di esaltare singoli oggetti o pareti, si attivano faretti di proiezione Arcos LED provvisti di varie ottiche e collegati ai lucernari.
Volendo assicurare uno sfruttamento intelligente della luce diurna, i responsabili hanno scelto il sistema di gestione Luxmate Professional di Zumtobel: questo provvede a dosare la luce artificiale in funzione di quella naturale e allo stesso tempo anche in funzione della quantità massima di illuminamento che le opere esposte possono sopportare.
Zumtobel. La luce.
“Per un lavoro ben riuscito ci vuole una comunicazione intensa fra progettisti e produttori, un’intesa critica ed anche appassionata. Lo stupefacente risultato testimonia come tutto questo abbia funzionato bene.” |
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“Così come abbiamo progettato l’edificio, rimangono tutti i pregi che il museo Städel aveva già da prima. In più ci sono le nuove sale con i lucernari che spuntano dal prato di forma convessa, dall’esterno una vista spettacolare. Dal punto di vista tecnico, questi lucernari danno sostenibilità alla climatizzazione ma soprattutto alla luce, in buona parte naturale oppure in tecnologia LED.” |
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“Ci è stato affidato il compito di risolvere con una soluzione illuminotecnica globale una problematica complessa per qualità di luce, resa cromatica e aspetti conservativi. È stata la nostra esperienza in soluzioni su misura e la collaborazione con architetti e lighting designer a consentirci di sviluppare questo impianto LED molto particolare. Abbinando la tecnologia LED a comandi intelligenti siamo riusciti a ideare una concezione assolutamente individuale e flessibile, in grado di garantire la luce migliore in qualsiasi momento.” |
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Committente: | Strabag, Lukas Lang GmbH, Vienna (AT) |
Architetto: | Delugan Meissl Associated Architects, Vienna (AT) |
Circa 400 proiettori LED creano all’interno della Festspielhaus un’atmosfera festosa. Per l’illuminazione delle pareti e la brillante valorizzazione delle opere d’arte esposte nel foyer la scelta è caduta sul proiettore LED IYON; così si chiude il cerchio della collaborazione intrattenuta fin dai primissimi stadi del progetto tra Delugan Meissl e Zumtobel.
Zumtobel. La Luce.
Committente: | Comune di Milano, Milano (IT) |
Architetto: | Italo Rota, Fabio Fornasari, Milano (IT) |
Progettazione illuminotecnica: | Allessandro Perdetti, Milano (IT) |
Installazione impianti elettrici: | Cooperativa Cellini Impianti Tecnologici, Prato (IT) |
Fotografie: | Jürgen Eheim |
Architettura di interni: | Alessandro Perdetti, Milano (IT) |
Appalto e piano esecutivo: | Gruppo Rota: Italo Rota, Fabio Fornasari, Emmanuele Auxilia, Paolo Montanari |
La facciata è rimasta quasi immutata – solo le finestre rotonde prima murate ora hanno il vetro – ma l’edificio dà comunque un’impressione di trasparenza, come se fosse retroilluminato e lasciasse intravedere la sua vita interna. Dalla grande vetrata riluce l’installazione luminosa di Lucio Fontana „Struttura al neon“, visibile fino alla piazza.
Per ottenere questa nuova apertura, la costruzione è stata quasi interamente sventrata. Oggi si presenta con una rampa che si avvita verso l’alto guidando i visitatori alle sale espositive. La vetrata che avvolge la rampa offre scorci che cambiano ad ogni passo, analogamente alla sequenza di un film. I punti luce seguono la struttura in due modi: con downlights incassati nel soffitto, per illuminare e delineare il percorso, e con minuscoli spot LED sul corrimano che proiettano verso l’interno una luce verde-blu.
La luce usata per strutturare assume un ruolo importante anche nei punti che uniscono i vari reparti del museo. Sono per esempio „portali di luce“ a disegnare gli accessi alle sale espositive. Si tratta di sottili moduli luminosi che si sostituiscono agli stipiti accentuando i passaggi fra una galleria e l’altra. Il sistema modulare CIELOS diffonde dal soffitto una luminosità omogenea che lascia protagoniste le opere d’arte. A seconda della geometria delle sale i moduli CIELOS sono disposti in composizioni quadrate o lineari, regolate dal sistema di comando centralizzato LUXMATE. Diversamente dalla luce estensiva delle gallerie, nelle zone di passaggio troviamo linee luminose verticali, inserite nelle pareti a filo superficie.
Zumtobel. La Luce.
Committente: | Museo Tecnico, Vienna (AT) |
Illuminotecnica: | Pokorny Lichtarchitektur, Vienna (AT) |
Installazione impianti elettrici: | Brüder Gros, Vienna (AT) |
Committente: | Ministerio della cultura, Roma (IT) |
Architetto: | Zaha Hadid Architects, Zaha Hadid e Patrik Schumacher, Londra (GB) |
Progettazione illuminotecnica: | Equation Lighting, Londra (GB) |
Progettazione impianti elettrici: | Max Fordham and Partners, OK Design Group, Londra (GB) |
Installazione impianti elettrici: | Ciel Spa, Roma (IT) |
Committente: | Autonoom Gemeentebedrijf Museum, Leuven (BE) |
Architetto: | Stéphane Beel Architecten, Gent (BE) |
Progettazione impianti elettrici: | RCR studiebureau, Herent (BE) |
Installazione impianti elettrici: | Spie NV, Zaventem (BE) |
Fotografie: | Toon Grobet |
Sono due i palazzi integrati nel museo M: quello della vecchia accademia e il Vander Kelen-Mertens-Palais, entrambi accuratamente ristrutturati nel rispetto della tutela artistica e collegati fluidamente a una nuova struttura moderna. In totale il labirintico complesso offre 6.500 metri quadrati di spazi espositivi. Alle parti antiche, dove spicca la variopinta sontuosità di stucchi e legni intagliati, si contrappone la sobria semplicità della costruzione nuova.
L’architetto ha rinunciato a locali monotoni e isolati, scegliendo invece percorsi ricchi di variazioni dove si alternano sale alte e basse, grandi e piccole. La concezione illuminotecnica tiene conto di ogni singolo ambiente valorizzandolo a seconda delle sue caratteristiche. Nelle salette antiche troviamo delicati binari SUPERSYSTEM appesi agli antichi soffitti di legno con funi quasi invisibili. Apparecchi wallwasher verticali forniscono accenti espressivi e flessibili agli oggetti esposti. All’illuminazione generale provvedono compatti binari trifase con faretti. Nelle più spaziose sale white-cube della parte nuova sono installati binari TECTON provvisti di spotlights TEMPURA in tecnologia LED. Questi permettono di regolare la temperatura di colore da 2.700 a 6.500 Kelvin a seconda delle opere esposte. Inoltre la luce LED non causa il degrado degli oggetti d’arte in quanto non contiene radiazioni termiche e UV.
Zumtobel. La Luce.
Committente: | Bayerische Verwaltung der staatlichen Schlösser , Gärten und Seen,(Amministrazione bavarese dei castelli, parchi e laghi di stato) Munich (DE) |
Installazione impianti elettrici: | Ambos, Füssen (DE) |
La massima preoccupazione dei responsabili era il forte degrado cui venivano esposti antichi mobili, tessuti e pitture a causa dei raggi ultravioletti e infrarossi. Inoltre, per non stridere con l’atmosfera storica, era necessario nascondere il più possibile le sorgenti luminose. Gli amministratori hanno poi imposto di sfruttare solo punti di fissaggio già esistenti oppure di utilizzare dispositivi che non richiedano alcuna manomissione della sostanza antica.
Ciò che ha convinto fin da subito i responsabili è stato SUPERSYSTEM con le sue dimensioni miniaturizzate e l’assenza di radiazioni UV. Questo sistema LED vanta un’estrema sobrietà architettonica pur rivelandosi molto efficace anche da una certa distanza. Gli spot LED da soli 2,5 Watt sono equipaggiati con varie ottiche a seconda dell’effetto cercato. I magnifici colori nella cupola della sala del trono sono messi in luce dai faretti LED TEMPURA che permettono di regolare facilmente la temperatura di colore, variando da 3.000 a 6.500 Kelvin. Pertanto i responsabili possono perfezionare la regolazione in qualsiasi momento.
Zumtobel. La Luce.
Architetto: | Henning Larsen Architects, Kopenhagen (DK) |
Progettazione illuminotecnica: | Studio Olafur Eliasson, Berlin (DE) |
La fi gura della nuova sala concerti “Harpa” si erge come un cristallo levigato di fronte alla costa frastagliata nei pressi del porto di Reykjavik. Gli elementi a nido d’ape della facciata si fondono in un mare iridescente composto da brillanti luci multicolore. Gli effetti dei rifl essi sulla superfi cie dell’acqua rafforzano l’associazione con un fenomeno naturale facendo pensare alle misteriose aurore boreali. Insieme all’artista danese- islandese Olafur Eliasson, che ha conferito al rivestimento esterno il suo aspetto caratteristico, lo studio di architetti Larsen Architects è riuscito in un progetto che arricchisce la cosmopolita capitale dell’Islanda di un luccicante centro per concerti e conferenze. Una luce blu proveniente da sorgenti luminose nascoste immerge lo spiazzo in un’atmosfera mistica e fi ltra attraverso le sezioni in vetro fi no ai locali interni. In collaborazione con Olafur Eliasson, l’azienda Zumtobel ha sviluppato un nuovo tipo di lampada che nella forma e nel colore si integra in maniera invisibile nella struttura a prisma illuminandola grazie ai LED. Dietro il rivestimento esterno cristallino, esperienze musicali attendono il visitatore immerse in nuove dimensioni. Con le sue tre gallerie la grande sala concerti arde di rosso fi ammeggiante ed è stata denominata Eldborg, uno dei più bei vulcani dell’Islanda il cui nome signifi ca “castello di fuoco”.
Zumtobel. La Luce.